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Analisi

Dopo 3 mesi non c’è traccia del Milan di Fonseca

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Il Milan soffre le pene dell’inferno ma esce coi tre punti dallo stadio Brianteo di Monza al termine di una serata umida e per nulla brillante per i rossoneri. Un Milan inguardabile nel primo tempo, preso a pallonate dalla squadra di Alessandro Nesta che rischia seriamente la retrocessione per la sterilità offensiva di cui soffre, ma che sabato avrebbe meritato di chiudere con almeno due gol di vantaggio la prima frazione di gioco. Appena sufficiente la ripresa dei rossoneri, trascinati da Fofana e dall’intraprendenza di Theo Hernandez, a proteggere il casuale gol di Reijnders pre intervallo.

Involuzione

Ma è un Milan pieno di problemi, involuto rispetto al passato, subisce ancora tanto in difesa e attacca peggio di prima, ha perso la leggerezza di Leao, ormai relegato a fare da riserva come un Eranio o un Giunti qualsiasi. Ma ciò che forse è più grave è che dopo oltre tre mesi di lavoro non c’è traccia della squadra, dell’atteggiamento e del gioco che aveva immaginato e promesso Paulo Fonseca. Di dominante non c’è niente, il Milan tiene palla poco e male, ogni tanto lo salvano le giocate dei singoli (parate di Maignan comprese), per il resto si incrociano le dita sperando che la partita finisca.

Scelte

La decisione di puntare sul tecnico portoghese (che, ricordiamo, guadagna la metà di Pioli) si sta rivelando la peggiore possibile, l’ex allenatore della Roma non incide, ha peggiorato la pericolosità offensiva della squadra, ha involuto le prestazioni di Leao e Loftus-Cheek, ma soprattutto sta creando un pastrocchio tattico terrificante, ha mollato le proprie idee confondendosi sempre di più. Il Napoli ha investito su un grande tecnico, lo ha paga tanto, è vero, ma quei soldi sono e saranno un enorme investimento per il futuro. Il Milan ha scelto di risparmiare, ha distrutto tutto e a giugno sarà costretto a cambiare ancora.

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