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Analisi

Il Milan è rinato, cosa è cambiato e cosa manca ancora

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Chi lo avrebbe detto? Alla fine il Milan di Paulo Fonseca è nato per davvero e proprio nel momento in cui l’allenatore portoghese aveva le valigie già pronte e solo da imbarcare sull’aereo che lo avrebbe riportato nel paese iberico. La svolta, inutile girarci intorno, è arrivata nel derby e il gol di Matteo Gabbia all’89’ è stato probabilmente il colpo da novanta, inatteso ma determinante per dare nuova linfa ad una squadra che pareva spenta ed impaurita. Il Milan è cambiato, contro il Lecce è arrivata la terza vittoria consecutiva che permette ai rossoneri di rientrare in corsa per l’alta classifica.

Svolta

Contro l’Inter, come detto, è cambiato tutto, ma non per caso, Fonseca è stato bravo a tenere unito il gruppo ed ha mantenuto un atteggiamento offensivo nonostante le critiche, la condizione precaria di classifica e la difficoltà della stracittadina. Il cambiamento, inoltre, è stato più mentale che tattico, il Milan è diverso perché ha modificato l’atteggiamento, adesso è squadra, tiene più corti i reparti ma, soprattutto, è iper aggressivo quando si tratta di recuperare la palla, gli attaccanti ripiegano e danno una mano alla difesa, Fofana sta erigendo una diga davanti alla difesa come faceva Desailly trent’anni fa.

Obiettivi

Ed ora che la posizione di Fonseca è molto più salda, il tecnico lusitano può riflettere anche su ciò che ancora va migliorato. L’impressione è che al Milan serva continuità, sia in generale nella stagione che all’interno della stessa partita, del resto per scardinare la resistenza del Lecce ci sono voluti comunque una quarantina di minuti nei quali i salentini sembravano aver imbrigliato i rossoneri. Attenzione, poi, alla finalizzazione: il Milan costruisce tanto e potrebbe concretizzare di più, Abraham è generosissimo ma poco lucido sotto rete, Chukwueze deve sbloccarsi e Leao è ancora quasi solo uomo assist. Il Milan è tornato, ora è necessario che non si crogioli su sé stesso.

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