Analisi
Inter-Milan è ormai Juventus-Torino
Ammesso e non concesso che l’Inter non vinca questo campionato (e non si capisce come possa non riuscirci), il derby di Milano è ormai un monologo nerazzurro, con la squadra di Simone Inzaghi a giocare come il gatto con il topo con i piccoli rossoneri che, nonostante un avvio sprint in campionato, al primo affondo dell’Inter si sono sciolti come neve al sole di fronte al gigante interista. Un derby che ormai assomiglia a quello torinese, il Torino che sputa sete di vendetta ogni volta, la Juve che, sorniona ed esperta, lo vince sempre. Il Milan, forse, lotterà per lo scudetto, di certo ormai perde tutti i derby.
Divario
La differenza, va detto, è enorme: l’Inter è più forte, ha più ricambi, più esperienza ed ormai una leggerezza completa nel giocare contro il Milan, come se sapesse che alla fine, vuoi o non vuoi, la vittoria la porterà a casa comunque. Del resto, se Inzaghi può permettersi di lasciare in panchina Carlos Augusto, Frattesi ed Arnautovic e di schierare Thuram, e se il Milan ha scelto di lasciare andare il francese e l’austriaco (già bloccato da Paolo Maldini) per prendere Okafor e Jovic, beh, non può certo lamentarsi. I tifosi milanisti parlano ancora di Adli, dovrebbero invece interrogarsi sulla sproporzione delle due rose.
Singoli
E poi ci sono i calciatori: Leao nullo (gol a parte), Giroud servito poco e male, Reijnders scomparso nel nulla, Kjaer lento ed impacciato, Theo Hernandez più impegnato a litigare con tutti gli avversari (con annessa l’ammonizione d’ordinanza, ormai puntuale come una cambiale) che a rendersi pericolosa, per finire con un Maignan stranamente meno presente del solito. Difficile, difficilissimo che questa Inter molli lo scudetto anche se, lo sappiamo, anche due anni or sono si diceva così, ma il Milan deve chiedersi come mai soffra l’Inter più di come non sia mai stato prima.
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