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Analisi

“Il Milan non partecipa ad aste”. E’ tornato l’ultimo Galliani

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Al Milan ci capiscono sempre meno, avanzano a tastoni, navigano a vista, organizzano incontri con altri club proponendo due spiccioli per calciatori già valutati 20-25 milioni di euro da società rivali. E’ il caso di Frattesi, per il quale i rossoneri hanno parlato col Sassuolo, salvo poi chiudere il discorso con la solita irritantissima frase: “Noi non partecipiamo ad aste“: E’ un po’ come se noi all’asta del Fantacalcio chiamassimo Osimhen a 1 credito e ci ritirassimo non appena l’asta dovesse salire; è ovvio che sale, di fronte a nomi importanti, i prezzi salgono, che sia Fantacalcio o mercato reale.

Deja-vù

E quel “Il Milan non partecipa ad aste” vi ricordate chi lo diceva più o meno una decina d’anni fa? Sì, proprio lui, Adriano Galliani nella sua versione milanista più malinconica, quella degli Emerson e degli Essien in semi decomposizione, dei Fernando Torres annoiati, dei Cerci appesantiti di una quindicina di chili. E questo dice il Milan attuale, ridotto più o meno come quello, a far cassa con le cessioni, a ramazzare prestiti e parametri zero qua e là, ad incontrare altre dirigenze dopo aver individuato ottimi calciatori, salvo poi ritirarsi offesi nel momento in cui parte l’asta.

Nebbia

E il futuro non promette nulla di buono: non arriverà Frattesi, non arriverà Samardzic (chi ride su questo nome ha visto poche partite in vita sua e ancor meno del talento serbo-tedesco), non arriverà Reijnders, non arriverà nessuno a cui i rossoneri si avvicinino e per il quale le società proprietarie del cartellino osino chiedere dei soldi, perché il Milan non partecipa ad aste, ha incassato 80 milioni di euro per Tonali ma, come era ampiamente preventivabile, non ha alcuna intenzione di reinvestirli sul mercato. Perché, del resto, chi ha giocatori forti se li tiene, chi è ambizioso compra, chi vaga per la strada spesso si perde.

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