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Analisi

La completa involuzione del Milan

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Se al Milan sono certi di vincere la Coppa dei Campioni, vent’anni dopo la finale di Manchester contro la Juve, 16 dopo l’ultima conquistata ad Atene contro il Liverpool, allora in campionato può giocare anche la Primavera di Ignazio Abate perché ogni partita perderebbe di importanza. Ma tornare campioni d’Europa sarà complicatissimo, forse miracoloso per la formazione di Pioli che dovrà superare il favoloso Napoli di Spalletti ai quarti, la vincente di Inter-Benfica nell’eventuale semifinale, e poi battere una corazzata fra Manchester City, Bayern Monaco, Chelsea o Real Madrid in finale.

Buco nero

Fantascienza o meno che sia, lo dirà la storia, di certo, però, il Milan non può cullarsi su questo sogno se vuole disputare la Coppa dei Campioni 2023-24, ma deve iniziare a mettere fieno in cascina per raggiungere uno dei primi 4 posti in campionato, traguardo al momento tutto in salita, soprattutto perché da gennaio i rossoneri sono piombati in un tunnel dal quale sembravano usciti e in cui sono invece ricaduti dopo i ko con Fiorentina e Udinese e dopo lo scialbo pareggio contro la Salernitana, risultati che hanno rimesso in gioco le rivali e rimandando i crisi i campioni d’Italia.

Lacune

Con l’inizio del 2023 stanno uscendo fuori tutti i limiti di una rosa mai realmente rinforzata rispetto ad un anno fa: la partenza di Kessie non è stata rimpiazzata, sulla trequarti mancano fantasia, prestanza fisica e gol, sulla destra manca tutto e, dulcis in fundo, al di là di Giroud non ci sono centravanti perché Ibrahimovic ha 41 anni suonati, Rebic si è perso ed Origi non vale il piede destro di Nzola. Pensate a quanti punti avrebbe lo Spezia con il belga del Milan al posto del centravanti angolano, forse 6 o 7. A gennaio non è arrivato nessuno ed era invece forse il caso di mettere mano ad una rosa incompleta.

Mancanze

E poi manca anche chi c’è: Leao, dopo la scorsa strepitosa stagione e l’ottimo inizio di questa, è sparito, trotterella per il campo, non dribbla più nessuno, tira poco e male, ha smesso di dialogare coi compagni, sbuffa in continuazione fra il deluso e l’annoiato. Pioli aveva anche messo qualche pezza al disastro di gennaio, provando la difesa a 3, aggiungendo Thiaw e ritrovando compattezza ma, si sa, il ruotino serve a percorrere i chilometri necessari per arrivare dal meccanico, se ci si vuole fare un viaggio intero prima o poi scoppia. Se il Milan non si ritrova subito, rischia grosso.

Futuro

Sì, perché la concorrenza per i primi quattro posti è nutrita e spietata: tolto il Napoli, infatti, a giocarsi tre posizioni, oltre ai rossoneri, ci sono le romane, l’Inter, l’Atalanta e la Juventus che, tra l’altro, se dovesse vedersi restituiti i 15 punti di penalità, si ritroverebbe saldamente seconda. Il rischio, insomma, è passare in un anno dallo scudetto al quinto o sesto posto, ovvero tornare laddove si era partiti nella stagione 2019-2020. Oltre al fatto, naturalmente, di vedersi passare sopra il Napoli nella doppia sfida europea. Benedetta sosta, dunque, ma il Milan corre pericolosamente sul filo del rasoio.

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