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Analisi

Leao risolve un problema ma ne crea un altro

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Tempi duri per Rafael Leao, uno dei leader tecnici del Milan, forse l’emblema dello scudetto rossonero dell’anno scorso. L’attaccante portoghese non segna dallo scorso 14 gennaio quando diede il via alla rimonta dei campioni d’Italia in casa del Lecce da 0-2 a 2-2 e nelle successive uscite (sia in campionato che nelle coppe) è apparso incerto, lento, spento, a tratti svogliato, quasi una copia del ragazzo promettente ma inconcludente delle sue prime due annate italiane. Attorno a tutto ciò, poi, il rinnovo di contratto che balla ancora e che è ancora da definire.

Trattativa

La stranezza, a dire il vero, è proprio questa: negli ultimi giorni, infatti, l’impressione è che le parti si siano riavvicinate e che il gelo degli ultimi mesi abbia lasciato spazio a più di un raggio di sole, segno che il prolungamento dell’accordo fra Leao ed il Milan (che scade il 30 giugno 2024) potrebbe presto giungere ad una felice conclusione. Questo perché il calciatore sembra convinto a rimanere a Milano, anche a fronte di un’offerta leggermente inferiore alla sua richiesta, ed è pronto a riaprire il dialogo fra i suoi agenti e la dirigenza milanista.

Crisi

Tutto in discesa, quindi? Forse, eppure la schiarita sul rinnovo di contratto non ha restituito a Pioli il miglior Leao che in campo continua a vagare senza costrutto, si incaponisce in soluzioni personali che non si realizzano, fatica a fare la differenza come un anno fa e come all’inizio di questa stagione, al punto che pure l’allenatore ha iniziato a sostituirlo a gara in corso, come accaduto lunedì sera contro la Salernitana. Per un problema forse in via di risoluzione, dunque, il portoghese ne deve affrontare un altro per tornare decisivo ed aiutare il Milan in campionato e in Coppa Campioni, dimostrando di essere il fuoriclasse per cui il suo entourage chiede 7,5 milioni di euro annui.

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