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Analisi

E’ ora che Pioli si interroghi sul suo Milan

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Un brodino e nulla più. Questo è stato l’inutilissimo 2-2 del Milan sabato sera a Lecce, un risultato che, oltre che aver proiettato il Napoli a +9 in classifica sui rossoneri, ha palesato nuovamente limiti, errori ed un atteggiamento dei campioni d’Italia mai così di basso livello come in questo momento. Gli ultimi folli minuti contro la Roma hanno evidentemente minato il morale e le certezze del Milan, sconfitto tre giorni dopo dal Torino in Coppa Italia e messo sotto a Lecce da un avversario spumeggiante, cattivo e determinato, tutto ciò che è invece mancato ai rossoneri per almeno un’ora.

Problemi

Inutile parlare dei singoli, del resto per un Theo Hernandez disastroso ecco un Dest al limite del goffo, ciò che deve preoccupare Pioli è un atteggiamento sconcertante della compagine milanista, svagata per l’intero primo tempo, appena sufficiente nella ripresa quando, oltre all’orgoglio, ha approfittato anche dell’evidente calo fisico del Lecce. Il 2-2 non cambia nulla in classifica, ma denota tutte le difficoltà di una squadra spaesata, a tratti irritante e terribilmente insulsa sotto porta dove Giroud è stanco e dove se non segna Leao c’è il nulla cosmico o poco più.

Soluzioni

Maldini dice che il Milan non farà nulla in sede di mercato, ma certo è che aspettare il rientro di Ibrahimovic, la resurrezione di Rebic e segnali di vita da Origi è un rischio enorme per una formazione che in attacco può davvero solo contare su Giroud, peraltro al momento con le polveri bagnate. E poi la difesa: il Milan è un colabrodo, non chiude una partita con la porta inviolata dai tempi in cui c’era ancora la lira, a volte è distratto e soffre le pene dell’inferno sui calci d’angolo degli avversari. Il tempo per recuperare ci sarebbe pure, ma l’impressione è che la squadra dello scudetto sia sparita.

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