Analisi
Milan: comunque vada, Gazidis ha già perso
MILANO – Si può essere capi in due modi: autoritario, severo ed intransigente, oppure aperto al dialogo, accondiscendente e morbido. Se si sceglie la prima strada, però, è necessario che alla fine il lavoro sia suffragato al 100% dai risultati, pena la rivolta dei sottoposti, infastiditi dall’atteggiamento e neanche soddisfatti dal traguardo poi fallito. Al Milan il capo è Ivan Gazidis, amministratore delegato del club e primo riferimento del fondo Elliott, ovvero dei proprietari della società, dirigente più alto ed in carica dal dicembre 2018. Il manager sudafricano ha sinora parlato poco (e mai in italiano) e concluso ancora meno, generando malumore sia nei tifosi che nel resto della dirigenza.
Piazza pulita
A farne le spese per primo è stato Leonardo che nel giugno scorso ha lasciato il Milan poiché le sue idee erano state bocciate da Gazidis, sia nel calciomercato invernale (i no agli arrivi di Ibrahimovic e Fabregas, già bloccati dal brasiliano ma respinti dall’amministratore delegato) che sul piano di rilancio estivo. Poi è stata la volta di Gennaro Gattuso che chiedeva tre rinforzi di esperienza senza essere ascoltato ed accontentato da Gazidis e finendo col prendere la stessa decisione del nemico-amico Leonardo. Ed ora ecco i dubbi che iniziano ad albergare anche in Boban e Maldini, ormai convinti che per la riscossa definitiva del Milan serva affidarsi ad un allenatore di grido, di spessore, ovvero Massimiliano Allegri, idea però ancora in contrasto con la filosofia del sudafricano, persuaso che il progetto migliore sia quello di un tecnico meno “famoso” ma in grado di lavorare coi giovani.
Convinzioni
Maldini ha bocciato pubblicamente il tedesco Ralf Rangnick che invece piace a Gazidis che, almeno così si vocifera, gli avrebbe addirittura fatto firmare un pre accordo coi rossoneri per prendere il posto di Stefano Pioli dal prossimo luglio, nonostante le smentite di rito, confermate anche nell’intervista con La Gazzetta dello Sport di qualche giorno fa. Una visione quasi irrealistica quella dell’amministratore delegato, ottimo uomo marketing all’Arsenal, che non si è mai occupato di campo (ed ora se ne sta comprendendo il motivo) e che a Milano sta pure dimostrando di non aver concluso quasi nulla anche a livello di ricavi, senza portare lo straccio di uno sponsor consistente e rischiando di perdere l’unico che davvero porti soldi nelle casse milaniste (Emirates).
Interrogativi
Il tutto senza mai aver detto una parola in lingua italiana, altro segnale che ha scavato un solco e una distanza rilevanti fra lui ed una tifoseria già seccata, disamorata e arrabbiata per gli scarsi risultati degli ultimi 7-8 anni. La parziale retromarcia di Gazidis nell’ultimo calciomercato di gennaio che ha finalmente riportato Zlatan Ibrahimovic a Milanello, oltre a Kjaer e allo sconosciuto belga Saelemaekers, non sembra però aver invertito più di tanto la rotta, perché le indicazioni dell’amministratore delegato per la prossima estate non paiono divergere di molto con quelle del passato: nei confronti di Allegri storce la bocca preferendo soluzioni più fantasiose (Rangnick e Marcelino, giusto per citare i meno peggio), così come appare poco propenso ad aggiungere esperienza all’organico rossonero.
Addii
Il che, naturalmente, cozza con quanto vorrebbero fare Boban e Maldini, a questo punto in evidente minoranza e la cui autorità verrebbe palesemente offuscata dalla potente figura di un manager che non parla e fatica anche ad ascoltare, pretendendo di spiegare a tutti (compresi due ex fuoriclasse come i due vecchi campioni rossoneri) quali siano le soluzioni migliori per rilanciare una società di calcio. Il progetto giovani è morto nella culla, l’esperimento di Giampaolo è naufragato miseramente, ma ciò nonostante Gazidis prosegue sulla stessa linea, travolgendo tutto e tutti, preparando indirettamente l’ennesima rivoluzione estiva, col rischio che anche Boban e Maldini salutino la compagnia come già fatto da Leonardo e Gattuso, spianando la strada ad altre ripartenze e ad un altro stucchevole anno zero.
Luciano
29 Febbraio 2020 at 06:49
Ha fatto fuori Leonardo, Gattuso e fra pochi mesi Boban e Maldini, ha fatto diminuire il fatturato e non si è mai occupato di campo e adesso pretende di scegliere allenatore e giocatori? Ma quando un bel calcio nel sedere con un ciaone grosso quanto una casa???