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La questura di Milano chiarisce la vicenda Bakayoko
Sembrava un film, è stato un malinteso, è finita addirittura con i complimenti della polizia. Tiemoué Bakayoko è stato protagonista marginale dell’ultima stagione del Milan, culminata con lo scudetto dei rossoneri, ma ha fatto parlare di sé per una clamorosa vicenda che ha fatto il giro del mondo, con i poliziotti che lo hanno fermato a pistole spianate e perquisito come in un film di gangster o in Gomorra. ‘Cosa avrà combinato il centrocampista francese?’, si chiedevano i tifosi milanisti, già non felici dell’apporto del calciatore. La risposta l’ha data il portavoce dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, Girolamo Lacquaniti, intervenuto nel programma Gli Inascoltabili, in diretta su New Sound Level.
La ricostruzione
“La sala operativa della questura di Milano aveva diffuso la nota che vi era stata una rissa con sparatoria – rivela Lacquaniti – e si ricercava un suv con a bordo un uomo di colore in maglietta verde“. Caratteristiche ed abbigliamento che, casualmente, aveva proprio Bakayoko. “Le procedure di intervento che gli operatori hanno applicato sono quelle standard in caso di intervento su sospetti ritenuti armati – ha proseguito il portavoce – per cui non c’è stato alcun atto di discriminazione dei confronti del calciatore che, fra l’altro, aveva tempi, modi e mezzi per far sentire la sua voce ed è stato, anzi, il primo a capire perché gli operatori di polizia siano intervenuti così. Possiamo dire, insomma, molto rumore per nulla“.
Complimenti
Infine, ecco anche i complimenti al giocatore del Milan: “Io non sono milanista – ha chiosato Lacquaniti – ma ne approfitto per fare i complimenti a Bakayoko che non si è rivolto ai poliziotti con frasi del tipo ‘voi non sapete chi sono io’, o ‘vi faccio passare dei guai’, è stato collaborativo ed ha compreso la dinamica degli eventi. Bravo lui a comportarsi come un cittadino modello, mostrando collaborazione, comprendendo la situazione ed evitando qualsiasi forma di polemica“. Tutto è bene quel finisce bene, dunque, ed ora Tiemoué Bakayoko può tornare a pensare solamente al campo e a migliorare le sue prestazioni che, al contrario della vicenda sopra citata, poche volte sono state da prendere come modello.
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