Pagelle
Regge il muro Juve e il Milan non sfonda: bene tre rossoneri
Grande pressione dei bianconeri che raddoppiano e triplicano su tutte le fonti del gioco milanista. Il risultato è un pareggio a reti bianche che lascia tutti insoddisfatti.
MAIGNAN – La Juve non tira mai in porta e il portiere francese si rende utile solo con i rilanci di piede, per altro sempre molto precisi. 6
CALABRIA – Dopo tre minuti viene abbattuto in area, ma naturalmente al Milan certi rigori non si fischiano mai. Tempismo, energia, qualità, intraprendenza, sono tutte le qualità che Davide ha portato al Milan con il suo ritorno in squadra. Senza dimenticare il tiro in porta, per conferma riguardare il sinistro che alla mezz’ora scortica l’incrocio dei pali alla destra del portiere bianconero e il destro pochi secondi dopo che sfiora l’altro palo. Dopo un primo tempo sontuoso, cala leggermente alla distanza e Pioli nel finale lo toglie per far spazio a Florenzi. 7
KALULU – Poteva subire il contraccolpo psicologico dopo la negativa prestazione offerta contro lo Spezia. E invece il ragazzino gioca una partita ruvida ma attenta, senza concedere spazi sia a Morata che poi a Kean. 6,5
ROMAGNOLI – Non trova il tempo per l’uscita su Cuadrado al 12’, per fortuna del Milan lo juventino poi la scaraventa fuori. Si riscatta con un gran bell’intervento al 18’ ancora sul colombiano. Superlativo nella chiusura su Morata lanciato a rete al 28’, giocata che però l’arbitro annulla perchè fischia il fuorigioco dello spagnolo. Il capitano rossonero però si rivela uno dei migliori, specie nel secondo tempo quando la Juventus alza il baricentro. 7
HERNANDEZ– Letteralmente inguardabile il passaggio per Leao al 22’ che scatena la ripartenza pericolosa della Juve. Gioca una partita totalmente anonima, mai uno spunto degno di nota almeno fino a quando non si accende al 62’: la sua progressione è impressionante, si porta dietro l’intera difesa juventina e conclude di potenza a rete, ma il portiere juventino dice no. Purtroppo è l’unica fiammata del francese. 5,5
KRUNIC – Confermato in mezzo al campo, sembra essere diventato un giocatore insostituibile per mister Pioli. Lui alterna giocate apprezzabili ed errori di leggerezza piuttosto gravi. Nella ripresa, quando Pioli lo sposta più avanti, si rende più utile, ma non ha il piede nè la classe da trequartista e quello che porta in dote alla fine è tanto impegno ma anche un bel po’ di confusione. 6
TONALI – Dopo 8 minuti Locatelli lo prende a calci da terra, unica maniera per stoppare lo strapotere di Sandrino. Il pressing alto che porta praticamente da solo fino al limite dell’area avversaria è letteralmente strepitoso. Si sdoppia in un lavoro estenuante che consente al Milan di tenere la Juventus a debita distanza dalla porta di Maignan. 7
MESSIAS – Scambia bene con Ibra e Leao in occasione della più bella azione rossonera al 19’. Interessante anche la percussione alla mezz’ora con cross radente in mezzo all’area che Giroud non trasforma in rete. Però continua a dare la sensazione di non essere pronto per giocare a certi livelli. Al 41’ prima scalpella un’enorme opportunità offensiva per il Milan, poi per frustrazione abbatte Chiellini e rimedia un giallo inevitabile. Ancora una volta dà la sensazione di essere ingolfato, lento, imbolsito. Rischia di regalare pure un rigore alla Juve per una giocata suicida all’interno della propria area di rigore. 4,5
BRAHIM DIAZ – Al Milan manca la sua luce, la sua creatività. Lo spagnolo prova ad accendersi: l’impegno non è in discussione, ma alla fine Brahim si rende più utile in fase di chiusura che di impostazione. Il bilancio finale parla dell’ennesima prestazione insufficiente. 5
LEAO – È assolutamente on fire e i compagni lo chiamano spesso in causa. Al 7’ tenta una percussione sulla sinistra ma senza lieto fine. Ci riprova al 19’, dopo un’azione manovrata perfettamente con Messias e Ibra, e stavolta il codice fiscale polacco in porta alla Juve è chiamato a un grande intervento per tenere ancora in gara i bianconeri. Raddoppiato, addirittura triplicato dalla difesa juventina, fatica a trovare lo spunto vincente, cosa che finisce per innervosirlo. Non gioca al livello delle ultime prestazioni, ma è sempre lui a concludere verso la porta avversaria. Esce al 75’ per far posto a Rebic. 6,5
IBRAHIMOVIC – Gioca sempre un passo indietro, in posizione da trequartista, però non incide quasi mai, tranne che nell’azione grazie alla quale Leao brucia i guanti a Szczesny al minuto 19’. Poi si ferma e Pioli lo sostituisce con Giroud che lo svedese non degna nemmeno di un saluto al momento del cambio. 5,5
GIROUD – Entra a freddo e questa è l’unica giustificazione al liscio del francese a pochi passi dalla porta. dopo pochi secondi dal suo ingresso in campo. Poi però l’alibi finisce per crollare perchè Giroud continua a sbagliare tutto. Addirittura sconcertante il tentativo di torre al 56’ con il pallone che gli spiove sulla testa a due metri dalla linea di porta. Prova a rifarsi con una zuccata al 68’ che però Szczesny anestetizza con facilità. Nel complesso Rugani e Chiellini lo cancellano dal campo. 5
BENNACER – Morde le caviglie degli avversari e contribuisce ad alzare il livello del pressing e la qualità di circolazione della palla. 6
SAELEMAEKERS – Entra con l’attenzione di Pierino a scuola, quindi capisce che serve attenzione e regala un bel pallone a Giroud che ti testa non impensierisce il portiere della Juve. Si inventa una giocata de luxe al 76’, si porta a spasso l’intera difesa juventina, ma poi al momento di crossare in mezzo, preferisce una conclusione inguardabile che finisce in fallo laterale. 5,5
REBIC – Prova a trovare lo spunto giusto ma senza fortuna. 6
FLORENZI – s.v.
PIOLI – Ha il compito ingrato di rimettere in fretta i cocci di una squadra distrutta dopo lo scippo indecente subito lunedì sera da parte dello Spezie e dell’arbitro Serra. Tornano a disposizione Tonali e Romagnoli che restituiscono alla squadra una fisionomia più consona. La partita è appiccicosa, come la difesa juventina pronta a raddoppiare e triplicare su Leao, e la partita stenta a decollare. Contro la Juve manca una delle caratteristiche principali del Milan di Pioli: la capacità di giocare di squadra. Circondati dagli avversari famelici, il portoghese, ma anche Brahim, Saelemaekers, Theo, Rebic, anzichè cercare il compagno libero si intestardiscono nel cercare soluzioni personali che non portano da nessuna parte. Il pareggio a reti bianche è la naturale e inevitabile soluzione.5,5
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