Analisi
Come cambia il Milan con Ibrahimovic
MILANO – Il Milan accoglie di nuovo Zlatan Ibrahimovic dopo 7 anni e mezzo nei quali il club meneghino è sprofondato nelle sabbie mobili della serie A e fuori dai radar dell’Europa, passando dall’essere il club più titolato al mondo, numero 1 del ranking Uefa, a non partecipare più alle competizioni continentali, risucchiato in un tunnel dal quale neanche due cambi di proprietà in meno di 24 mesi sono stati in grado di restituire qualche pur minimo bagliore di luce. Il Milan è piombato in una crisi da cui non riesce a riemergere, aggiungendo sempre più errori a quelli già commessi.
Effetti
Il ritorno di Ibrahimovic non è solamente un affare dal punto di vista tecnico per il Milan, anche se la qualità dell’organico rossonero cresce visibilmente con l’acquisto del fuoriclasse svedese. Stefano Pioli con il suo nuovo calciatore guadagna sì un centravanti dall’indiscussa classe, ma anche una presenza fondamentale nello spogliatoio milanista, popolato da giovanotti senza esperienza a cui Ibrahimovic sta già insegnando mentalità vincente, maturità e quella cultura del lavoro che in questo gruppo manca terribilmente; anche perchè lui non ci sta a perdere, il suo orgoglio e il suo carisma saranno al servizio di una comitiva spaesata, come già visto nel secondo tempo di Milan-Sampdoria. C’è anche il modulo, poi, da rimodellare con la presenza del campione scandinavo, uno che di certo non è tornato a Milanello per guardare gli altri giocare, anche a fronte dei suoi 38 anni suonati.
Tattica
Pioli potrà scegliere fra due soluzioni non appena Ibrahimovic avrà acquisito definitivamente forma, condizione e ritmo: il tecnico parmense ha davanti a sé la possibilità di proseguire col 4-3-3 alternando il nuovo arrivo e Piatek (se resterà) o Leao al centro dell’attacco, o sfoggiare un nuovo scacchiere, un 4-2-3-1 con Suso, Ibrahimovic e Calhanoglu (o Bonaventura) a supportare il centravanti polacco o il portoghese che potranno sfruttare la prestanza fisica, la tecnica e l’abilità di Ibra per servire l’ex genoano, pronto a riscoprirsi bomber dopo 6 mesi di preoccupante sterilità, o l’attaccante lusitano ancora acerbo e senza la giusta cattiveria che gli faccia vedere la porta. Per un passaggio alla difesa a tre, infine, occorrerà che al Milan arrivi almeno un altro difensore in rosa, se non due qualora il futuro immediato di Caldara fosse lontano da Milanello.
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