Analisi
Gli interrogativi del Milan su Rebic
MILANO – Ante Rebic non ha mai fatto della continuità la sua caratteristica principale, anzi, le prestazioni dell’attaccante croato sono quasi sempre state altalenanti e da quando l’ex calciatore di Fiorentina e Verona si è trasferito al Milan ha mostrato di valere la maglia rossonera solo a sprazzi e solo nella seconda parte delle due stagioni milaniste. Tutti motivi che hanno spinto la dirigenza a chiedersi se valesse ancora la pena puntare su un giocatore che non riesce a garantire lo stesso rendimento nell’arco di tutta l’annata e che in alcune circostanze risulta pressoché inoffensivo.
Perplessità
Dubbi che sono aumentati dopo le pessime prestazioni di Rebic agli Europei, nei quali l’attaccante milanista non si è praticamente né visto e né sentito. Con la maglia della Croazia, infatti, la punta rossonera si è rivelata innocua con nessun gol e nessuna giocata degna di nota, col risultato che sia la stampa che il tifo del suo paese lo hanno “eletto” come peggiore della compagine slava nella spedizione terminata agli ottavi di finale contro la Spagna per la nazionale vice campione del mondo in carica. E ora il Milan si chiede: ma ci si può aspettare un cambiamento da Ante Rebic?
Miglioramenti
Le prestazioni del croato non possono limitarsi al solo girone di ritorno, con conseguente letargo iniziale ed esplosione da gennaio a maggio, soprattutto perché nella prossima stagione i rossoneri dovranno affrontare, oltre al campionato che dovrà confermare la formazione di Pioli nelle prime quattro della serie A, anche la Coppa dei Campioni che toglierà certamente energie mentali e fisiche. Ecco perché servirà che tutti i calciatori siano utili e funzionali alla squadra, pronti a giocare all’occorrenza e a fornire quell’attitudine al sacrificio e alla continuità che Rebic non ha finora dimostrato, ma che a Pioli servirebbe terribilmente.
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