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Analisi

Milan: la svolta ha una data precisa

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MILANO – Dopo 7 anni il Milan riabbraccia la “sua” Europa, quella Coppa dei Campioni lasciata in una brutta serata di marzo del 2014 al Vicente Calderon di Madrid quando l’Atletico seppellì i rossoneri vincendo per 4-1 ed estromettendoli dalla competizione. Era il Milan di Seedorf in panchina, di Kakà e Balotelli in campo, sembra un’era geologica ed effettivamente di acqua sotto i ponti da allora ne è passata. Sette anni di inferno e patimenti, di sconfitte, bocconi amari ingoiati, progetti proclamati e puntualmente falliti; poi la svolta, il vero anno zero, l’attimo che ha riportato il Milan fra i grandi.

Momento topico

Il ritorno del Milan in Coppa Campioni ha una data esatta, precisa, impressa nel tempo: 21 luglio 2020, giorno in cui i rossoneri vincono 2-1 in casa del Sassuolo, partita al termine della quale la società annuncia l’inaspettato rinnovo di Stefano Pioli, il tecnico che da qualche mese siede sulla panchina milanista ma che fino ad allora era dato per esonerato sicuro, col tedesco Rangnick pronto a subentrargli per far partire l’ennesimo progetto di rilancio del club. I risultati di Pioli e l’affetto dello spogliatoio nei suoi confronti, però, indussero proprietà e dirigenza a ripensarci e tornare indietro.

Progetto

Il vero rilancio del Milan è nato quel giorno, perché lì si sono gettate le basi per il rinnovo di Maldini, Massara e Zlatan Ibrahimovic, legati indissolubilmente a Pioli a cui è stata concessa fiducia e stima, poi ripagate dall’allenatore emiliano che ha dato continuità ai risultati portando la squadra ad essere addirittura campione d’inverno e a fine campionato finalmente fra le prime quattro della serie A, obiettivo di partenza per riportare il Milan a competere definitivamente ad altissimi livelli. La svolta è vecchia quasi di un anno, Pioli si è tenuto il suo Milan ed insieme sono tornati grandi.

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