Analisi
Milan: sulla favola dei rigori è ora di alzare la voce
MILANO – Ormai il ritornello è stucchevole come un chilo di meringhe ingurgitate tutte assieme: il Milan è primo anche perché riceve un rigore a partita. E allora sotto con le battutine, le risatine, le scrollatine di spalle ammiccanti e i meme (parola alquanto detestabile) sui social network, come se stessimo parlando di una squadra capolista della serie A dopo aver vinto tutte le partite per 1-0 grazie a calci di rigore inesistenti, o quantomeno favorevoli nei confronti della formazione di Stefano Pioli. La realtà, andando a fare le pulci a questi famigerati rigori, è però ben diversa, e vediamo perché.
Analisi
Tanto per cominciare, dei 12 calci di rigore assegnati al Milan, uno soltanto risulta alquanto generoso, quello del 26 ottobre contro la Roma quando un innocuo contrasto fra Mancini e Calhanoglu fu punito con la massima punizione dall’arbitro Giacomelli che, tanto per inciso, appena qualche minuto prima ne aveva assegnato uno altrettanto inesistente ai giallorossi; in entrambi i casi, inoltre, il direttore di gara pensò bene di non ricorrere all’utilizzo del VAR che avrebbe con ogni probabilità evitato due macroscopiche sviste.
Rabbia
Gli altri 11 rigori in favore dei rossoneri, però, sono apparsi assolutamente netti, anzi, a voler essere pignoli ce ne sarebbero un paio assegnati contro la compagine milanista che gridano ancora vendetta, primo fra tutti quello decretato durante Udinese-Milan del 1 novembre quando il punteggio era di 1-0 in favore della squadra di Pioli, poi vittoriosa grazie alla rovesciata di Zlatan Ibrahimovic a pochi minuti dal 90′. E poi, ecco che all’ironia delle tifoserie rivali, si stanno aggiungendo i commenti degli allenatori avversari, altra moda che ha preso piede ultimamente in serie A.
Reazioni
Eusebio Di Francesco, infatti, dopo Cagliari-Milan si è lagnato per il presunto calcio di rigore non assegnato ai sardi nel finale e sul 2-0: “Il Milan evidentemente è più bravo a prenderseli“, ha sbottato l’ex tecnico romanista; peccato, però, che le moviole abbiano poi stabilito che il contrasto fra Sottil e Brahim Diaz fosse del tutto regolare. Poi ci ha pensato Gian Piero Gasperini a gettare benzina sul fuoco: l’allenatore atalantino (un altro che quando si tratta di lamentarsi non si tira mai indietro) ha dichiarato: “I rigori al Milan? Sono più furbi, anche noi dovremmo imparare visto che non ne abbiamo mai“.
Risposte
La dirigenza milanista ad oggi ha preferito non rispondere, ma forse sarebbe ora che anche gli stati generali di Milanello facessero qualcosa per difendere l’immagine rossonera. Il Milan non è primo grazie ai calci di rigore, peraltro netti (eccetto uno), ma è primo perché è squadra, perché ha qualità, gioco e carattere, in barba ad un organico sulla carta inferiore a quello di Inter, Juventus e Napoli. Con educazione, garbo ma anche decisione, il club potrebbe elencare gli episodi e confermare che nulla è stato regalato alla squadra di Pioli nelle prime 18 giornate di campionato; il che non vuol dire abbassarsi a diatribe da bar, bensì ricostituire una verità che qualcuno cerca di nascondere come la polvere sotto i tappeti.
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