Analisi
Milan-Como a Perth: la curva del Como si ribella, quella del Milan tace. Ecco perché

Proseguono i dibattiti sull’assurda e vergognosa idea di far giocare Milan-Como del prossimo febbraio a Perth, Australia. Una scelta che penalizza chi ama davvero il calcio e neanche arricchisce così tanto i due club che percepiranno pochi spicci, qualcosa in più di 2 milioni di euro, ottimi per un cittadino normale, bruscolini per due società della serie A italiana. La Lega Calcio ne ha sparate un paio pure divertenti, la migliore delle quali dice che, con San Siro occupato in quel periodo, non c’erano impianti disponibili che potessero ospitare il derby lombardo (zero stadi in 13.000 km, vabbé…), Milan e Como hanno parlato di ottima opportunità (per chi?), coi rossoneri pronti a preparare dei voucher per gli abbonati (il celebre buono della Sora Lella) ed i lariani che offrirebbero 50 viaggi gratuiti ad altrettanti sostenitori comaschi che vorranno affrontare la comoda trasferta in Oceania.
Curve
E poi c’è il tifo organizzato. Ma mentre quello del Como si è profondamente risentito emettendo un chiaro e preciso comunicato che si dissocia dalla scelta, ribadendo il semplice concetto che il calcio è di chi lo ama e che la passione non si compra, ecco dall’altra parte il solito assordante silenzio della curva milanista che, ormai, sui social pubblicizza solo berretti e felpe col marchio dei gruppi, salvo poi dimenticarsi di tutto il resto. Li hanno riammessi allo stadio dopo il solito patteggiamento con la società e tutto gli sta bene. Il Milan, infatti, si è fatto promotore di dialogare col governo per il caro biglietti in trasferta (tema assai a cuore dei curvaioli rossoneri) e sembra quasi che la tifoseria, in cambio, abbia scelto di non protestare contro la partenza per l’Australia. Del resto, pure l’anno scorso in curva ci sono state un paio di piccole contestazioni (proprio col Como, con la Fiorentina e col Monza a campionato finito), ma nulla più, una stagione disastrosa condita dai cori festanti del pubblico.
Scelte
La vita, si sa, è fatta di scelte. C’è chi sceglie di porsi sempre a schiena dritta contro tutto e tutti, e chi, al contrario, sceglie di essere più malleabile e di scendere a compromessi. La curva del Milan sembra appartenere a questa seconda categoria, pare che soffra della sindrome di Stoccolma con la società rossonera che li ha vessati con inchieste, ha emesso verso di loro un daspo fatto in casa vietando di organizzarsi in curva tutti insieme e sparpagliandoli per lo stadio, tanto che per le prime partite stagionali San Siro sembrava il teatro Ariston a Sanremo. Eppure, loro continuano a dialogare col club, a prendere una sberla e una carezza, contestando quando proprio non se ne può fare a meno e patteggiando quando si può. Insomma, i biglietti delle trasferte forse inizieranno a costare di meno, ma il Milan se ne va a giocare in Australia quando dovrebbe giocare in casa. Ma che importa, Allegri sta lavorando bene, la curva torna con le sue magliette nere a divertirsi allo stadio e del resto chi se ne frega. Sempre a schiena dritta!
Devi essere loggato per postare un commento Accedi