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Analisi

Milan: tutti invocano Galliani. Ma quale?

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Adriano Galliani torna al Milan? Sì, no forse. Da qualche giorno nell’aria si annusa qualcosa di vagamente romantico e nostalgico e si fa largo l’ipotesi del leggendario ritorno del dirigente brianzolo a Milanello, magari con la carica di presidente onorario al posto di Paolo Scaroni. Ecco, a pensarci bene, tale avvicendamento sarebbe uno dei pochi aspetti positivi di una situazione che, come accade ormai di consueto attorno all’attuale Milan, ha del grottesco. I tifosi, neanche a dirlo, sono impazziti di fronte a questo ipotetico scenario, ma tanto a loro basta poco e niente per eccitarsi, vedi Tare.

Nostalgia

Già il giorno della finale di Coppa Italia fra Milan e Bologna, Galliani era stato intercettato in stazione da alcuni tifosi milanisti che lo avevano pregato di tornare a dare una mano al club. E’ chiaro che la sua figura rimandi ad un Milan mitico, a quella squadra che voleva vincere tutto, sempre e comunque, guidata da un Silvio Berlusconi che aveva ambizioni anche futuristiche, essendo in grado di vedere quel che ancora doveva esistere, basti pensare a quanto fatto con la Fininvest e poi col calcio. Galliani era il “braccio armato” di Berlusconi. Fino a quindici anni fa.

Epoche

Tutti abbiamo in mente quel dirigente che si faceva aprire la sede del Real Madrid di domenica o che trattava Nesta e Ibrahimovic a fine agosto, sfruttando le incertezze e le debolezze degli altri club per azzannare la preda e consentire al Milan di fare affari d’oro. Ma quel calcio non c’è più, così come non c’è più Berlusconi; oggi comandano altre proprietà, gli arabi che ramazzano qualsiasi cosa senza spaventarsi di spendere cifre assurde, oggi persino quel Berlusconi di inizio anni novanta avrebbe difficoltà a primeggiare, perché il mondo del pallone funziona diversamente.

Difficoltà

Galliani per anni ha sfruttato lo scheletro di un club perfetto come il Milan, ha gestito il calciomercato e la comunicazione, ma sempre con alle spalle la società migliore d’Europa. Dal 2012, quando Berlusconi ha iniziato a frantumare quel giocattolo bellissimo, anche la sua opera si è opacizzata. Ve lo ricordate il Galliani ultima maniera? Il Milan non partecipa ad aste, prestiti, ingaggi di ex campioni ormai bolliti (Essien, Emerson, Fernando Torres). Idem col Monza: cavalcata dalla C alla A poi, scomparso Berlusconi, prestiti e acquisti fallimentari.

Futuro

Il mondo è cambiato, il Milan è cambiato, anche Adriano Galliani è cambiato, ha ormai 80 anni, è nella fase discendente della sua carriera e, purtroppo, anche della sua vita. Nelle interviste rilasciate negli ultimi due anni è apparso stanco, immalinconito, meno agguerrito del solito. Sì, forse la carica di presidente onorario del Milan la meriterebbe per storia e riconoscenza, di certo più di Scaroni che, al contrario, disonora il blasone del club. Galliani conosce il Milan, ma difficilmente alla sua età verrebbe a fare la guerra agli americani, a Furlani; direbbe sissignore come ha sempre fatto, con la differenza che oggi quel modello di società non c’è più e non sarebbe lui a ricostruirlo.

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