Analisi
Milan: cosa aspettarsi da Allegri

Massimiliano Allegri è il nuovo allenatore del Milan, adesso non ci sono più dubbi. Il livornese torna sulla panchina rossonera dopo 11 anni, lo scudetto del 2011 e l’esonero dell’inverno del 2014. Da allora Allegri ha perso diversi capelli ma ha vinto una marea di trofei, tutti con la Juventus (5 scudetti, peraltro consecutivi, 5 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane, oltre a 2 finali di Coppa Campioni perse), accumulando esperienza e mentalità vincente che, a conti fatti, sarebbe proprio ciò che manca al Milan attuale che ormai partecipa alla serie A senza alcuna ambizione.
Carattere
Allegri è senza dubbio un allenatore e un uomo dal carattere forte, a volte brusco, ma è anche capace di adattarsi al materiale che trova ed anche questo è utile in un club che decide e costruisce senza strategie affidando il tutto al disgraziato di turno che siederà in panchina. Ecco, Allegri non è certo né Fonseca e né Conceiçao e non a caso ha firmato un contratto biennale con opzione per il terzo anno a 5 milioni di euro e rotti, non un semestrale a due spicci come i portoghesi. Allegri è docente di ruolo e non il supplente che non riesce a farsi rispettare neanche dal secchione della classe.
Aspettative
In molti, però, vista la situazione disastrata del Milan attuale, si chiedono: ma perché un allenatore così ha accettato il ritorno in rossonero? Tralasciando le fesserie secondo le quali le minestre riscaldate a Milano non funzionano (Sacchi e Capello non hanno funzionato, Ibrahimovic sì), i dubbi su Allegri riguardano i suoi ultimi anni. La seconda esperienza alla Juve, infatti, non ha portato scudetti ma neanche competitività, il tecnico toscano ha accettato passivamente ciò che ha trovato, una rosa ridimensionata, finendo con l’offrire un calcio brutto da vedere e scarno di risultati.
Domande
E allora è lecito domandarsi: quale Allegri sta tornando al Milan? Quello povero di idee e di risorse che sfoga la sua frustrazione strappandosi la giacca di dosso e roteandola sul capo tipo Hulk, oppure un uomo più maturo, arrabbiato ed in cerca di rivincita dopo un anno in ciabatte a guardare partite alla televisione, pronto ad imporsi anche sul mercato assieme a Tare e facendo prevalere la competenza calcistica nei confronti di chi al Milan tali competenze non ha? Sarà capace di convincerli che il primo e non il quarto posto debba essere l’obiettivo finale? Se invece Allegri sarà un Conceiçao dall’accento livornese, allora difficilmente cambierà qualcosa.
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