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Analisi

Milan: il valzer degli allenatori scartati

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E’ trascorso un anno, sotto i ponti è passato un fiume d’acqua pauroso, un’autentica alluvione, la stagione del Milan è stata un disastro, eppure il club sembra voler commettere gli stessi errori della scorsa estate. Di vincere, ovviamente, non se ne parla e nessuno si illude più neanche per sbaglio, però i tifosi speravano che almeno i dirigenti stavolta avessero le idee chiare circa la scelta del nuovo allenatore e, invece, nonostante l’ingaggio del direttore sportivo (il classico agnello sacrificale in caso di altro fallimento) i rossoneri brancolano nel buio più totale.

Nomi

Inutile sperare in scelte sagge che, però, non sono compatibili con le inesistenti ambizioni societarie (cioè Conte), i nomi che rimbalzano nell’ambiente milanista passano da Allegri a Italiano, passando per Sarri e Gasperini, fino ad arrivare a Thiago Motta e Fabregas, addirittura Sky Sport ha azzardato l’ipotesi che Tare possa offrire un colloquio a Sergio Conceiçao per capire se sia per caso disposto a restare. Insomma, chi più ne ha più ne metta, fuori uno, avanti il prossimo, mettiamoci alla finestra che prima o poi qualcuno sulla panchina di San Siro si siederà.

Scarti

Proprio come un anno fa, però, salta all’occhio che il Milan una sua idea vera e propria non ce l’abbia, così come a mancare è la forza per andarsi a prendere il tecnico scelto. Vuoi Italiano? Lo convinci, come Galliani convinse Ancelotti che era già in macchina per andare a firmare col Parma. In realtà, il Milan non vuole nessuno veramente, non essendoci alcun progetto e alcuna ambizione sportiva, la società rossonera aspetta che Atalanta, Juventus, Napoli, Roma e Lazio decidano il proprio futuro, poi andranno sul tecnico rimasto libero da questo valzer. Come sempre al Milan il motto è: vincere è l’unica cosa che non conta.

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