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Analisi

Paolo, è il momento giusto per mandare fuori strada il surrogato del Milan

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Come ampiamente previsto e prevedibile, l’unico traino che potesse unire una tifoseria sonnecchiante come quella milanista era il tracollo sportivo, il totale fallimento di ogni obiettivo. E così, dopo la sconfitta nella finale di Coppa Italia contro il Bologna, si sono scatenate manifestazioni di dissenso ovunque nell’ambiente rossonero, dalle immagini di Paolo Maldini sotto ogni post social ufficiale del Milan, fino al corteo organizzato di sabato pomeriggio sotto Casa Milan con annessa protesta proseguita anche allo stadio e che, finalmente, ha coinvolto anche la parte Elliott del club e non soltanto l’ormai depauperato e dimenticato Gerry Cardinale.

Capitano, mio Capitano

Il nome più acclamato è stato quello di Paolo Maldini, invitato e supplicato anche da chi negli anni lo aveva criticato mandandogli perfino di traverso l’addio al calcio nel 2009 con grotteschi striscioni e qualche patetico fischio. Ora sono tutti compatti con l’ex capitano rossonero, licenziato assieme a Massara due anni fa in quello che è stato l’inizio della fine. E se dopo il 3 febbraio 1959 quando morirono tragicamente Buddy Holly, Ritichie Valens e Big Popper venne coniata la celebre frase The Day The Music Died, oggi ogni milanista potrebbe parafrasare affermando che l’addio di Maldini possa essere stato The Day The AC Milan Died.

Verità

Ma la contestazione, l’ira e la furia del popolo milanista, lo sappiamo, rischia di durare poco. Potrebbe bastare un buon allenatore ed un paio di acquisti mirati, o forse anche semplicemente la sconfitta dell’Inter in finale con il Psg per far finire tutto a tarallucci e vino. Ed ecco perché, forse, è questo il momento in cui Paolo Maldini, un po’ come fatto da Boban qualche settimana fa, potrebbe vuotare il sacco e sbugiardare a sua volta l’attuale proprietà e dirigenza. Mai come stavolta l’ex calciatore e dirigente avrebbe l’intero popolo rossonero dalla sua parte, scottato dal disastro visto negli ultimi due anni, infuriato come non mai contro questa gestione.

Colpo da ko

Già sabato sera, intervistato da Dazn, Giorgio Furlani è apparso più nervoso ed impacciato del solito, segno evidente che la contestazione ha centrato i bersagli, prova lampante che codesti personaggi senza recitare (peraltro malissimo) un copione sono impreparatissimi. E allora, caro Paolo, è adesso che puoi colpirli con la tua chiarezza, la tua personalità e il tuo amore verso il Milan, con le tue parole semplici ma dure, educate ma inequivocabili e alle quali nessuno Scaroni e nessun Furlani avrebbero la capacità di ribattere. Con un’intervista pesante, Maldini farebbe scacco matto, affonderebbe una corazzata in quella battaglia navale che i milanisti un giorno vinceranno contro un club che del Milan ha ormai solo il nome e la matricola sportiva.

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