A Monaco il 31 maggio poteva esserci il Milan

L’Inter è in finale di Coppa Campioni per la seconda volta in tre anni, lo stesso numero di partecipazioni del Milan negli ultimi venti. Ovviamente il tifosotto medio rossonero, il citrullo che crede ancora nel quarto posto, si è subito riversato sui social insultando la fortuna di Simone Inzaghi, la pioggia, le unghie troppo lunghe di Sommer che ha arpionato il tiro di Yamal nei supplementari. La verità, invece, per chi ha un briciolo di obiettività e di cervello, è che l’Inter è una grande squadra, con talento, personalità e mentalità vincente, vale a dire tutto ciò che manca al Milan attuale.

Progetto

Le ambizioni dei nerazzurri, del resto, passano sempre e solo dal campo, anche quando si parla di ricavi la parola è “vincere“, mentre al Milan Furlani balbetta, si impappina, coniuga i verbi al futuro, vaneggia su programmi futuri e mai realmente applicati e applicabili. Ma c’è di più: senza stravolgere idee e filosofie, al posto dell’Inter poteva esserci il Milan a Monaco di Baviera il prossimo 31 maggio a giocarsi la Coppa Campioni, quello stesso trofeo di cui i rossoneri continuano a vantarsi nonostante l’ultima sia stata vinta quando neanche esisteva WhatsApp.

Nomi

E sapete perché? Perché l’ossatura dell’Inter era quella che poteva e doveva essere del Milan: Calhanoglu è stato perso a zero per non riconoscergli un contratto che meritava. Meglio Musah. Frattesi doveva essere il sostituto di Tonali. Meglio Terracciano. Thuram è stato mollato perché il Milan non paga commissioni (e perché era stato scelto da Maldini, come Arnautovic). Meglio Morata. Paolo Maldini, dopo lo scudetto, aveva capito come fare: aggiungere ogni estate un pezzo pregiato alla rosa milanista. Lui lo aveva capito, l’Inter lo ha applicato. Ora riversatevi pure all’Olimpico per la finale di Coppa Italia e poi a gufare dal divano l’Inter a Monaco, tanto oltre questi istinti non sapete andare.