Analisi
La pantomima sul ds dice tutto del Milan attuale

Doveva essere a metà marzo, poi hanno rimandato ad aprile, poi si è detto dopo Pasqua, ora l’ultima è di aspettare la finale di Coppa Italia. La tarantella sul nuovo direttore sportivo del Milan continua, ma più che un avvincente giallo a puntate sembra una di quelle telenovelas sudamericane di fine anni ottanta, recitazione approssimativa, sceneggiatura tirata per i capelli a ricordare vagamente I Promessi Sposi, interi episodi coi protagonisti a guardarsi come pesci lessi senza parlare. Furlani, al contrario, sa solo parlare, infiniti colloqui con i candidati, ma ancora nessuna scelta.
Casting
Paratici, Tare, D’Amico, Sartori: tanti nomi, nessuna soluzione, tante chiacchiere e nessun fatto. Furlani sta dimostrando tutta la sua insicurezza, è terrorizzato dai possibili sbagli e allora rimanda la decisione, anche se non è da escludere che più che il Milan a traccheggiare siano gli stessi direttori sportivi che vorrebbero garanzie sui loro poteri decisionali, mentre il club rossonero pretende il lavoro di gruppo, ovvero ogni decisione passerebbe al vaglio del celebre team integrato. Del resto, la fazione RedBird (Cardinale-Ibrahimovic) e quella Elliott (Furlani) non vanno certo d’accordo e il rischio è che nessuno voglia favorire il candidato dell’altro.
Programmi
Intanto il tempo passa e niente cambia, il Milan non ha un allenatore per il prossimo anno perché si attende il direttore sportivo che, a sua volta, la società non ha ancora scelto. E attenzione alla soluzione interna perché ormai il club milanista ci ha abituato a cambiare tutto per non cambiare nulla, al punto che sono in rialzo le quotazioni di Geoffrey Moncada come possibile ds. Per tutti una follia, per il Milan una soluzione come un’altra, tanto di puntare a vincere non se ne parla e i tifosi sono felici e beati per la finale di Coppa Italia e per le difficoltà dell’Inter. Contenti loro, contenti tutti.
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