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Analisi

Milan: di dominante c’è l’imbarazzo

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Qualcuno si era eccitato per la vittoria contro l’Empoli e quella in Coppa Italia contro le riserve del Sassuolo, poi ci ha pensato l’Atalanta a riportare il Milan (e gli allocchi che riempiono San Siro ogni settimana) coi piedi per terra, anzi, coi piedi sottoterra. I bergamaschi hanno voluto vincere, i rossoneri hanno provato a non perdere, hanno commesso errori madornali, su tutti quello di Theo Hernandez che si è fatto sovrastare da De Ketelaere per poi fare la solita lagna lamentando inesistenti falli subiti. Inutile commentare Emerson Royal che si perde Lookman sull’azione del 2-1, inutile commentare la filosofia di un allenatore fra i peggiori che abbiano mai varcato la soglia di Milanello.

Idee

E dire che Fonseca si era presentato spavaldo in estate parlando di gioco dominante e possesso palla ossessivo, salvo poi finire per giocare come il peggior Pioli, ovvero palla a Pulisic, Leao, Theo Hernandez o Reijnders e speriamo che inventino qualcosa. Quando inventano il Milan vince, quando dormono il Milan perde, l’equazione è siffatta. Altro che gioco dominante, la squadra rossonera è a dir poco imbarazzante, senza barlumi di gioco, senza grinta, senza voglia, senza attenzione, senza una guida sicura, con un allenatore che non è né carne e né pesce, che in 4 mesi di lavoro non ha portato nulla al gruppo, anzi, se possibile lo ha peggiorato.

Colpe

Ma Fonseca non è entrato a Milano sfondando cancelli e barriere, non ha marciato militarmente sul capoluogo lombardo, è stato bensì cercato e chiamato da una società senza ambizioni, che agisce con un solo criterio, quello di risparmiare. Non smetteremo mai di ripetere che il portoghese allena il Milan solo e soltanto perché guadagna la metà di Pioli. Le responsabilità, insomma, partono dall’alto, dall’assenza di ambizioni della proprietà, dall’inadeguatezza della dirigenza collegiale (in collegio dovrebbero andarci davvero, ma a studiare), per finire con un tecnico insulso ed una squadra confusa. Il Milan non arriverà neanche in Europa a fine anno e a giugno l’orrore ammirato in questa stagione andrà raso al suolo e sarà necessario ricostruire tutto dal principio perché oggi di buono non c’è nulla.

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