Analisi
Fonseca traballa, il Milan riflette. Pro e contro di un esonero
Rassicurazioni e fiducia di facciata ci sono state e il Milan, almeno a parole, si è schierato compatto accanto a Paulo Fonseca che, derby a parte, sta deludendo ampiamente in questo inizio di stagione alla guida dei rossoneri. Non che ci si aspettasse molto di più da un tecnico simile, scelto da una società che ha poche e pessime idee, eppure l’impressione è che la squadra milanista qualcosa in più potesse fare, soprattutto nell’atteggiamento durante le partite, apparso evanescente, superficiale, a tratti isterico (vero Theo Hernandez?), al punto che la posizione dell’allenatore è tornata in bilico.
Esonero sì
Fonseca traballa, sì, non è un mistero, anche se appare complicato che una società così parsimoniosa sulle spese come il Milan si accolli lo stipendio di due allenatori, peraltro di pari livello perché le probabilità che al posto dell’ex tecnico di Roma e Lille possa arrivarne uno top sono da ascriversi fra lo 0% e il nulla. Ma di riflessioni se ne stanno facendo eccome, la vicenda rigoristi vista a Firenze ha mostrato per l’ennesima volta come Fonseca abbia un’autorità pari allo zero nello spogliatoio, figuriamoci quanto i giocatori possano assecondare la sua fame di calcio dominante, ammesso che esista.
Esonero no
L’allenatore non è seguito dai suoi calciatori e questo è gravissimo, ma sarebbe un rischio enorme cambiare guida tecnica ora, semmai il portoghese non andava preso proprio e questo è il peccato originale del Milan. Anche perché, lo dicevamo prima, cambiare Fonseca con un altro Fonseca avrebbe poco senso, forse l’unica soluzione libera e praticabile attualmente sarebbe quella legata a Maurizio Sarri che, però, ama cominciare a lavorare in estate e non a stagione in corso, sia per la preparazione atletica che per il modulo tattico. E se la soluzione dev’essere la promozione di Bonera dal disastroso Milan Futuro (ma chi l’ha scelto quest’obbrobrio di nome?), tanto vale arrivare a giugno con Fonseca e poi capire se seguire ancora la logica del risparmio o, finalmente, quella dell’ambizione.
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