Analisi
Le lacune di mercato che sta pagando il Milan
Una casa, si sa, bisogna costruirla bene fin dalle fondamenta e se sono pericolanti quelle, allora difficilmente reggerà anche il resto della struttura. Pensare, dunque, che un Milan amministrato così male dal suo proprietario e gestito peggio da una dirigenza assente e poco esperta potesse operare bene in sede di campagna acquisti era quantomeno utopistico e i nodi stanno puntualmente venendo al pettine. Ai rossoneri mancavano diversi tasselli per colmare il divario di circa 20 punti accumulato dal primo posto negli ultimi due anni, una forbice che si è addirittura allargata anziché diminuire.
Scelte
Partiamo dall’allenatore: serviva un tecnico che avesse più personalità e capacità di vincere rispetto a Pioli ed è arrivato Fonseca, vale a dire uno dello stesso livello. Serviva un vice di Theo Hernandez, soprattutto dopo il grave infortunio di Florenzi, non è arrivato nessuno. Serviva un terzino destro migliore di Calabria, ne è arrivato uno ancor peggiore (Emerson). Servivano almeno due centrocampisti di grande livello, è arrivato il solo Fofana e perfino dopo il ko di Bennacer la società ha scelto di promuovere Vos anziché rimboccarsi le maniche e pescare nel lotto degli svincolati.
Conseguenze
E ancora: serviva un bomber che sostituisse Giroud segnando, possibilmente, più del francese, è arrivato Morata che in carriera ha fatto meno gol. Addirittura il Milan ha tergiversato sul secondo portiere quando si è fatto male Sportiello, imbastendo una tarantella per portare a Milanello uno fra Scuffet e Consigli, salvo poi voltarsi e scoprire che, in fondo, andava bene pure Torriani, così si evitava pure di spendere altri preziosissimi spiccioli. L’avvio disastroso di campionato è solo la logica conseguenza della mancanza di programmazione che al Milan regna sovrana; nessun si stupisca, il peggio probabilmente deve ancora arrivare.
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