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Analisi

“Mille lire e na gomma”. Il calciomercato del Milan

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C’ho mille lire e na gomma“, diceva Enrico Montesano nei panni der Pomata, leggendario personaggio di Febbre da Cavallo, uno dei film più divertenti che l’Italia abbia prodotto nella sua storia. Il povero Montesano non aveva resto per il farmacista dopo avergli rivenduto le sue stesse medicine, in scene nelle quali l’unico obiettivo dei protagonisti era risparmiare e ramazzare soldi per giocare alle corse dei cavalli e sperare, prima o poi, di vincere. Ora, affermare che il Milan si comporti così sarebbe offensivo, ma certo è che le mosse della proprietà rossonera sono sempre più sconcertanti.

Mercato

Da aprile (ma probabilmente a Milanello lo sapevano già dalla scorsa estate) il Milan sa che per il 2024-25 servirà un nuovo centravanti dopo l’addio di Olivier Giroud. Logica avrebbe voluto che la dirigenza si mettesse alla ricerca del sostituto del francese già dalla primavera, invece al 10 luglio tutto tace e l’unica trattativa realmente intavolata (quella per Zirkzee) è naufragata perché i rossoneri hanno giocato a fare Giovanna D’Arco per non pagare le commissioni al procuratore (in realtà per pagarne meno, quindi una rivoluzione alla genovese). Per il resto, tante chiacchiere e nessun fatto.

Strategie

La logica, del resto, è sempre la stessa: non si compra ciò di cui si ha realmente bisogno, bensì ciò che costa meno. Via Pioli? Il sostituto, guarda caso, guadagnerà la metà di lui. Emerson Royal del Tottenham? Accordo col giocatore, serve l’intesa economica col club. Lukaku? Il Chelsea deve abbassare le richieste sul cartellino del belga. Fofana? Troppi 24 milioni, facciamo 20, anzi no, meglio ancora 18. Fonseca ha detto che la fretta è nemica della perfezione, ma nel calciomercato non esistono solo i giorni del condor Galliani fra il 30 e il 31 agosto, esiste anche la programmazione che al Milan attuale ha un solo nome: risparmio.

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