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Analisi

Milan: inizia luglio e tutto tace

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Il mese decisivo è partito, la sabbia della clessidra incomincia la sua progressiva discesa verso l’esaurimento. La campagna acquisti del Milan deve a luglio vivere il suo momento di svolta dopo le tante chiacchiere del post campionato e del post Pioli, la ridondante ma fumosa conferenza stampa di Zlatan Ibrahimovic che al momento non ha portato nulla, nessuna ufficialità, trattative appena abbozzate ma poi bloccate dalla consueta volontà di abbassare tutti i prezzi richiesti dalle società proprietarie del cartellino dei calciatori che interessano al club milanista.

Obiettivi

Sappiamo, e la dirigenza del Milan lo sa meglio di tutti, quali siano le necessità sul mercato: un paio di terzini di riserva, un difensore centrale, un centrocampista di muscoli, sostanza e personalità, un centravanti che sostituisca (e non faccia rimpiangere) Olivier Giroud. E il punto è che i rossoneri non dovranno soltanto colmare numericamente le lacune, ma trovare calciatori forti (forti davvero) che colmino o quantomeno ammortizzino il divario che c’è dal primo posto, lontano una ventina di punti nelle ultime due stagioni e che, sempre a parole, il Milan vorrebbe ridurre.

Rischi

L’attesa, ovviamente, ha i suoi svantaggi: i club possono alla lunga irritarsi perché il Milan rischia di essere una di quelle società che si crede furba senza esserlo, che per i suoi gioielli spara alto senza recedere e per quelli degli altri tenta in ogni modo di limare le richieste e dimezzare i costi. E poi, attenzione a chi, al contrario, è deciso, vuole un giocatore e lo compra: il Milan rischia di ritrovarsi con in mano le briciole se prosegue a tergiversare con Zirkzee e compagnia bella, vedendosi costretto a tornare a casa con un Abraham qualsiasi che, guarda caso, costa la metà degli altri.

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