Analisi
Pioli si difende bene, ma il Milan dovrà cambiare
E’ un Milan rinato quello che da inizio 2024 macina punti e vittorie, viaggiando ad un ritmo scudetto che, non fosse per l’Inter che ha lo stesso andamento e per i punti persi fra ottobre e dicembre, potrebbe portare i rossoneri a competere per il titolo. Logico che in questo momento in parecchi si stiano chiedendo se sarà davvero il caso di salutare Stefano Pioli a fine stagione, perché se fino ad un mese o due mesi fa la posizione del tecnico era quasi indifendibile, oggi le cose sono cambiate e l’allenatore dell’ultimo scudetto milanista sta costruendo una diga a sua difesa a suon di risultati e vittorie.
Avvicendamento
Eppure, nonostante ciò e nonostante le rassicurazioni di società e dirigenza, il cambio in panchina a giugno sembra scontato e l’impressione è che prendere un nuovo allenatore sarà in ogni caso la scelta migliore. Pioli ha in mano il gruppo e i giocatori lo stimano e lo seguono, ma nel calcio moderno, si sa, un tecnico non può reggere sulla stessa panchina per più di 4-5 stagioni, a parte qualche rara eccezione e comunque quasi mai in club di prima fascia. Il rischio di una conferma di Pioli anche per l’anno prossimo è che la luce si spenga all’improvviso e che le risorse possano finire con un brillante finale dell’attuale stagione.
Fiducia
Che il Milan abbia ancora fiducia in Pioli è assodato e quando ne hanno dato conferma Ibrahimovic e Scaroni non si è trattato si semplici parole di circostanza, ma è altrettanto vero che il casting per la panchina del 2024-25 è già partito e, a parte candidature comiche quali Lopetegui che fanno sorridere più del professorone tedesco Rangnick (a proposito, qualcuno ha notizie di lui?) i profili di Antonio Conte e Thiago Motta sembrano i più papabili per un Milan che sa bene come il ciclo di Pioli, che ha portato uno scudetto ed il ritorno a lottare per il titolo dopo anni di nulla cosmico, sia ormai agli sgoccioli e che a Milanello serva in estate una ventata d’aria nuova che possa far bene a tutti.
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