Milan-Pioli, aria di rivoluzione

Non è stato certo un Natale semplice per il Milan dopo il 2-2 dell’antivigilia in casa della Salernitana ultima della classe, al termine di un’altra prestazione sconcertante da parte dei rossoneri, apparsi per l’ennesima volta schizofrenici, capaci di andare in vantaggio e controllare agevolmente la gara, salvo poi subire il pareggio e scomparire completamente dalla partita, in totale balia dell’avversario, mai in grado di reagire e salvati soltanto dalla zampata finale di Jovic senza la quale sarebbe arrivata una sconfitta da far vergogna ai peggiori Milan della storia. L’ennesimo infortunio muscolare, poi, completava una serata bislacca.

Contestazioni

Sul banco degli imputati è finito, come al solito, l’allenatore: detto che la mamma degli haters da tastiera è sempre incinta e che sono sbucati subito i mentecatti che, con le mani unte di fritto e sporche di cioccolata, hanno ricominciato con gli inutili #pioliout e le consuete colpe affibbiate ad un allenatore che è evidentemente a fine ciclo, che ha ormai esaurito stimoli e risorse, ma che non è l’unico colpevole dell’annata milanista, falcidiata da infortuni a raffica e caratterizzata da un organico non rinforzato a dovere in estate e che a gennaio avrà bisogno di almeno 3 innesti per agguantare il quarto posto.

Addii

Certo, i fanatici del calcio moderno si accontenteranno della qualificazione in Coppa Campioni, i tifosi di calcio veri, invece, sono contenti e soddisfatti solo di fronte ai trofei che il Milan può portare a casa solo tramite Coppa Uefa e\o Coppa Italia. Ma, a prescindere dai successi, a giugno a Milanello sarà rivoluzione: Pioli andrà via, il sogno e l’idea di Zlatan Ibrahimovic sarebbe Antonio Conte (stessa mentalità dello svedese), ma le pretese del tecnico pugliese potrebbero cozzare col progetto milanista, più propenso ad accogliere un Thiago Motta che sta facendo miracoli a Bologna o un Vincenzo Italiano.