Analisi
Milan-Fiorentina: contavano i 3 punti, ma si è visto anche altro
Sabato sera era importante vincere, soltanto vincere ed il Milan ha vinto. L’ultimo successo in campionato era arrivato l’8 ottobre scorso a Genova, poi erano arrivati due pareggi, due sconfitte e due rimonte beffarde a Napoli e a Lecce che avevano sottratto ai rossoneri punti importanti. Non era facile battere la Fiorentina, un po’ perché nei precedenti Italiano aveva sempre messo in difficoltà Pioli, un po’ perché il Milan si presentava alla gara con una caterva di assenti impressionati fra infortuni e squalifiche, un attacco inedito e la paura di sbagliare ancora.
Note positive
Di buono c’è stato l’atteggiamento, perché i rossoneri ci hanno messo convinzione e voglia, si sono compattati quando la Fiorentina attaccava in massa, hanno creato occasioni davanti nonostante le assenze e nonostante la presenza di uno Jovic che ha mandato in porta Hernandez nell’occasione del rigore che ha deciso la partita, ma che come centravanti ha fatto vedere, come al solito, poco o nulla. Chukwueze è stato impreciso ma sempre nel vivo del gioco, Calabria ha lottato su ogni pallone, Maignan ha dimostrato per l’ennesima volta di essere qualcosa di più di un portiere ed il suo contratto andrebbe rinnovato a vita.
Note negative
Detto di uno Jovic impalpabile dentro l’area e che a gennaio al Milan servirà un nuovo attaccante perché Giroud è troppo anziano per giocarle tutte e Camarda troppo acerbo per mettersi l’attacco milanista sulle sue spalle ancora da rinforzare, la sofferenza finale non è sembrata normale, bensì figlia della tensione con cui il Milan è giunto alla partita, figlia dei 2 punti in 4 partite, figlia di una rincorsa al primo posto in salita. E’ andata bene, ma serve di più, perché da qui alla fine del 2023 il calendario non è meschino e i rossoneri hanno il dovere di vincerne tante, forse tutte, avvicinare la vetta e mettere di nuovo paura a tutti.
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