Analisi
Milan: il vice Giroud da Chi l’Ha Visto. Perseverare è diabolico
Quello del centravanti sembra ormai un problema atavico in casa milanista, nonostante in squadra ci sia una delle prime punte più forti della serie A, ovvero Olivier Giroud che pure a Napoli ha sfoderato una delle prestazioni migliori della sua carriera con due gol, una grande carica agonistica e quella voglia di vincere che lo ha accompagnato anche nel momento della sostituzione con Jovic che il francese ha palesemente contestato. Il punto non è certo mettere in discussione il francese, bensì capire cosa ci sia oltre lui e dietro di lui.
Ricambi
Pioli avrà forse azzardato a togliere Giroud a Napoli, ma è anche vero che il centravanti transalpino deve pur tirare il fiato ogni tanto perché la sua carta d’identità parla chiaro e alla voce data di nascita è segnato l’anno 1986. Ma Giroud non ha cambi, o meglio, li ha ma non sono alla sua altezza, perché Okafor non è una prima punta se non in casi di estrema emergenza e Jovic appare appesantito, lontano anni luce da una forma fisica accettabile e, oltretutto, non è propriamente un bomber, tanto che alla Fiorentina faceva spesso e volentieri la riserva di Cabral (non di Benzema, quindi).
Lacune
E qui casca l’asino, perché l’errore del Milan, atavico come detto, è quello di non aver speso ed investito per un centravanti di buon livello, lasciando il solo Giroud a tirare la carretta con Origi mezzo gonfio e Ibrahimovic quasi pensionato l’anno scorso e Jovic a cercare di ritrovarsi in questa stagione. Poteva restare Colombo che, però, pure a Monza non la butta dentro nemmeno per sbaglio, più verosimilmente poteva arrivare una punta discreta che potesse dare il cambio a Giroud. Il Milan, del resto, è l’unica fra le grandi a non avere due centravanti di pari valore o quasi.
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