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Analisi

Come cambia il centrocampo del Milan

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Stefano Pioli lo ha confermato candidamente negli ultimi giorni: “Voglio un centrocampo diverso rispetto a quello dello scorso anno, giocatori in grado di scegliere la soluzione offensiva migliore davanti alla porta dove in passato abbiamo sprecato troppo“. Ecco spiegato, ad esempio, l’arrivo di Christian Pulisic che gioca meno di fino rispetto a Brahim Diaz e Charles De Ketelaere, ma è calciatore di enorme qualità ed efficacia, forse con moltissimi gol nei piedi, ma con la possibilità di fornire parecchi assist. Andrà capito il modulo con cui giocherà il Milan, confermare il 4-2-3-1 o passare al 4-3-3? Forse, utilizzarli entrambi.

Fisicità

E poi, la conferma di Pobega e l’arrivo di Loftus-Cheek delineano un altro cambio filosofico in casa milanista, ovvero impostare un centrocampo più fisico, sia dal punto di vista dell’altezza che dei muscoli. Del resto, il Milan è andato in grandissima difficoltà in 4 dei 5 derby contro l’Inter giocati l’anno scorso, perché la mediana nerazzurra, tra le più dotate d’Europa fisicamente, si è letteralmente mangiata quella rossonera. E allora, ecco dinamismo e fisicità per non restare scoperti e non andare in sofferenza, recuperare palla e sguinzagliare un attacco tecnico e rapido con Leao e Chukwueze ad inventare.

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