Il Milan e la tentazione Morata: perché sì, perché no

Il nome di Alvaro Morata è stato accostato al Milan diverse volte, basti ricordare quando l’attaccante spagnolo festeggiava nel 2017 la Coppa dei Campioni appena conquistata a Cardiff dal suo Real Madrid contro la Juventus, con i cronisti italiani che lo inseguivano per chiedergli informazioni sul suo possibile passaggio in rossonero. Del resto, il suo legame con l’Italia è fortissimo dopo il fidanzamento ed il successivo matrimonio con la modella italiana Alice Campello, e non è un segreto che a Morata piacerebbe eccome tornare in serie A dopo gli anni passati a Torino.

Pro

L’affare tra l’Atletico Madrid ed il Milan è possibile e anche la cifra (si può chiudere intorno ai 15 milioni di euro) non spaventa più di tanto Maldini e Massara, specie se i rossoneri dovessero alleggerire le casse con l’uscita di qualche esubero. Morata sarebbe il giusto compromesso fra l’età avanzata di Ibrahimovic e Giroud (che potrebbero rimanere nonostante l’arrivo dell’ex juventino) e l’inesperienza di Colombo, oltre al fatto che il deludente rendimento di Origi e il probabile addio di Rebic costringeranno Pioli a bussare alla porta della dirigenza col cartello “rinforzi” fra le mani.

Contro

Morata, di contro, non è un bomber, il suo massimo stagionale sono le 15 reti col Real Madrid nell’annata 2016-17, mentre in Italia ha collezionato rispettivamente 8, 7, 11 e 9 marcature a stagione. Vero che anche Giroud non godeva dei galloni del goleador e poi si è rivelato come l’uomo della provvidenza e dei gol pesanti per la conquista del 19° scudetto milanista, ma è altrettanto palese che al Milan serva finalmente un centravanti da 20-25 reti annue, a meno di distribuirle equamente fra Leao, Morata e gli altri della trequarti. L’impressione è che al giusto prezzo lo spagnolo possa essere un colpo ben assestato in un Milan che, in ogni caso, dovrà mettere pesantemente mano alla sua prima linea.