Analisi
Leao non pervenuto, ora ad interrogarsi è il Milan
E’ stato, forse insieme a Maignan, l’emblema ed il protagonista principale dello scudetto dell’anno scorso ed era stato il migliore del Milan nella prima parte dell’attuale stagione. Rafael Leao ora si è smarrito, ha smesso di sorridere, ha smesso di giocare, in campo non segna, non tira, non dribbla, non incide, si rintana nella sua zona di confort a sinistra, anche in barba alle indicazioni di Pioli che lo vuole più attaccante, ma senza più essere devastante come prima, anzi, risultando il più delle volte deleterio per la squadra che continua ad affidargli la palla senza però ricevere alcun ritorno dal portoghese.
Involuzione
L’ultima rete di Leao è vecchia ormai di oltre due mesi e fu realizzata a Lecce a metà gennaio, dopodiché l’attaccante lusitano si è immalinconito ed il Milan, non solo per causa sua, ha perso contatto col Napoli e poi messo anche a rischio la partecipazione alla prossima Coppa Campioni. Non è il portoghese l’unico problema dell’andamento schizofrenico dei rossoneri nel 2023, ma ne è l’esatta fotografia, proprio come fu l’istantanea del tricolore del 2022. Preoccupa tutto di Leao attualmente, dalla faccia alla corsa, dalla svogliatezza al gol perduto.
Firma
E poi c’è quella benedetta vicenda contrattuale che tiene banco, con la scadenza a giugno del 2024, l’offerta del Milan non ancora accettata dal calciatore e il pericolo di perderlo a parametro zero come già accaduto con Calhanoglu, Donnarumma e Kessie. Eppure, oggi che Leao è completamente involuto, quegli oltre 7 milioni di euro annui chiesti da lui e dal suo procuratore appaiono esagerati al club milanista e probabilmente a tutto il mondo del calcio: il portoghese deve ancora mangiare parecchio pane secco prima di considerarsi un fuoriclasse, non basta una stagione e mezzo a livelli strepitosi, motivo per cui oggi è il Milan a chieder conto a lui di una firma che mai come stavolta conviene a tutti.
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