Analisi
Milan: Maignan e non solo. Perché i rossoneri hanno blindato la porta
Se il Milan è in testa alla classifica, ad un sol punto dallo scudetto e con la difesa meno perforata della serie A, tanti meriti vanno senza dubbio al tecnico Stefano Pioli, ma anche al portiere Mike Maignan, arrivato a Milano la scorsa estate per sostituire il partente Donnarumma e rivelatosi un autentico fuoriclasse del ruolo. L’estremo difensore francese ha sfoderato prestazioni e parate sensazionali, dando sempre l’impressione di essere padrone della situazione, senza tentennamenti o timidezze di sorta e chiudendo sovente anche con la porta imbattuta.
Difesa
Attenzione, però, a render merito solo a Maignan. Se il portiere è stato sinora superlativo, dell’imperforabilità del Milan va dato atto anche ad una difesa perfettamente collaudata, poggiata su un Tomori monumentale e sulla rivelazione Pierre Kalulu, arrivato a Milanello in sordina un anno e mezzo fa e che oggi è una delle più piacevoli rivelazioni del campionato, al punto da aver messo definitivamente in panchina capitan Romagnoli. La coppia Tomori-Kalulu si è integrata alla perfezione, fornendo sicurezza e solidità all’intero pacchetto difensivo milanista, oggi di eccellente fattura.
Collettivo
I due difensori centrali rossoneri hanno sbrogliato la maggior parte delle matasse grazie a rapidità, senso della posizione e pulizia negli interventi, nonché coadiuvati da terzini sempre attenti e da un centrocampo che non di rado si è sacrificato in copertura, una volta con Kessie, un’altra con Tonali, altre ancora con Bennacer, spesso retrocesso fino all’area milanista per recuperare palloni complicati e smistarli poi con l’eleganza della sua regia. Segni inequivocabili che questo Milan è forte nei singoli ma, soprattutto, in un coro che non stona neanche gli acuti più complessi.
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