Analisi
Ma quale miracolo, il Milan è squadra vera
Servono pochi conti adesso, serve poca matematica e tanta lucidità e cuore. Il Milan è a tre partite dallo scudetto, la corsa è quasi finita ma non ancora in tasca per la squadra di Stefano Pioli, chiamata agli scontri con Verona, Atalanta e Sassuolo per riportare a Milanello quel tricolore assente dal maggio del 2011. La vittoria sulla Fiorentina è stata sofferta ma voluta, il Milan ci ha creduto sino alla fine come fatto a Roma domenica scorsa, si è portato a casa i tre punti e continua a guardare l’intera serie A dall’alto, in barba ai risultati delle dirette concorrenti.
Percorso
Non era facile e forse ci credevano in pochi ad inizio stagione, ma il Milan non è in testa alla classifica per caso o perché gli altri hanno commesso errori. E’ vero, è un torneo con squadre imperfette, ci fossero stati il Milan di Capello, l’Inter di Mourinho o la prima Juve di Allegri, probabilmente non avremmo visto l’alternanza in testa alla classifica avuta per tutta la stagione fra le milanesi ed il Napoli. Però, i rossoneri se vedono lo scudetto da vicino è perché con pieno merito hanno scalato la graduatoria negli ultimi due anni, partendo dall’anonimato e finendo in vetta.
Valori
L’Inter, forse, sarà migliore del Milan come undici titolare, vuoi per capacità tecniche, vuoi per l’esperienza vincente dell’anno scorso. Ma Pioli ha dato a questo gruppo cuore, anima, tenacia, ma anche valori tattici e tecnici importantissimi, un modulo chiaro che lascia esprimere al meglio ogni calciatore, una valorizzazione di numerosi giocatori che grazie al tecnico emiliano hanno cambiato faccia (Leao, Calabria, Kalulu, Rebic). Doti che, evidentemente, all’Inter e al Napoli non hanno avuto, bravura del Milan che è primo in classifica perché lo merita, senza regali e senza miracoli.
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