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Analisi

La parabola al contrario di Plizzari

Alessandro Plizzari è destinato ad ammuffire ancora in panchina ed è ormai chiaro che nessuno, Milan in testa, si fidi delle sue doti e delle sue qualità

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Attenzione ai paragoni. Lo sentiamo ripetere spesso e volentieri nel mondo dello sport: è nato il nuovo Alberto Tomba, il nuovo Valentino Rossi, il nuovo Michael Jordan. Di fenomeni, si sa, non ne nasce uno al giorno, neanche uno all’anno, in alcuni casi bisogna aspettare tre o quattro lustri per ammirare nuovamente un fuoriclasse dello stesso calibro del precedente. Prendiamo i portieri italiani: senza nulla togliere ai vari Galli, Zenga o Pagliuca, ma Zoff è del 1942, Buffon del 1978 e Donnarumma del 1999: 20 o 40 anni, circa, a separare le generazioni dei tre fenomeni della porta.

Azzardo

Alessandro Plizzari, portiere di proprietà del Milan, è stato spesso accostato allo stesso Donnarumma e quando l’ormai ex estremo difensore rossonero ballava tra il rinnovo di contratto e la cessione, in molti si sperticavano con le lodi al suo designato erede, fra chi cautamente diceva “beh, proviamo Plizzari” e chi si lanciava in sproloqui del tipo “Plizzari è già più forte di Donnarumma“. Il ragazzo, intanto, faceva anticamera in serie B, prima al Livorno e poi alla Reggina, ed in entrambi i casi giocava e non giocava, anzi, spesso e volentieri si gustava le partite dalla panchina.

Involuzione

Ma non basta, perché Plizzari quest’anno era il terzo portiere del Milan dietro a Maignan e Tatarusanu, poi si è fatto male ed è diventato addirittura il quarto, visto che Maldini e Massara si sono intanto cautelati con lo svincolato Mirante, divenuto ormai ufficialmente il numero 3 della porta. E allora ecco che per Plizzari si spalancano ancora le porte della serie B, ma non per giocare, bensì per andare a fare la riserva di un altro ex milanista, ovvero la sciagura vivente Gabriel, che per oscuri motivi fa il titolare in una squadra di vertice come il Lecce pur dispensando papere a raffica.

Futuro

Plizzari, insomma, è destinato ad ammuffire ancora in panchina ed è ormai chiaro che nessuno, Milan in testa, si fidi delle sue doti e delle sue qualità. L’età è dalla sua parte, non v’è dubbio, ma l’impressione è che il portiere sia tutt’altro che un fuoriclasse del ruolo, perché allo staff tecnico milanista non è mai passato neanche per l’anticamera del cervello di fargli fare anche solo il vice, altri club di serie A non hanno chiesto neppure informazioni, e in serie B è valutato come uno dei tanti, neanche un titolare fisso. Qualcuno, probabilmente, nelle valutazioni aveva esagerato, il Milan, grazie al cielo, ci ha visto lungo ed ha coperto i pali prima con Donnarumma e poi con Maignan.

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