Analisi
Milan un anno dopo: tutto uguale, tutto diverso
Ritmi da record per la squadra di Pioli che però, in fondo, anche un anno fa di questi tempi comandava il massimo campionato e, per di più, senza coinquilini all’attico della serie A
Il Milan resta in testa alla classifica della serie A assieme al Napoli nonostante l’1-1 nel derby contro l’Inter e con 32 punti conquistati sui 36 a disposizione nelle 12 giornate di campionato sin qui disputate. Ritmi da record per la squadra di Stefano Pioli che però, in fondo, anche un anno fa di questi tempi comandava il massimo campionato e, per di più, senza coinquilini all’attico della serie A ma in solitaria, seppur con 4 punti in meno rispetto a questa stagione. Stessa classifica stesso Milan, dunque? Non esattamente, perché le differenze fra le due edizioni milaniste appaiono evidenti.
Crescita
Il Milan di un anno fa sorprendeva lì davanti, imbattuto e alle prese con un’inaspettata competitività che dalle parti di Milanello non si respirava da una decina d’anni circa. Sembrava a tutti un miracolo ed ancor di più appariva miracolosa la possibilità di rimanere in vetta alla classifica fino alla fine della stagione, anche perché dietro arrembava un’Inter sulla carta più attrezzata dei cugini milanisti per vincere il titolo. Del resto, sia Pioli, sia la dirigenza rossonera, i calciatori, ma anche i semplici tifosi erano della stessa idea: “Finché dura, bene. Poi si vedrà“.
Differenze
Il Milan resistette al primo posto fino a febbraio, poi il doppio ko contro Spezia ed Inter spense i sogni rossoneri e la squadra, una volta incassato il sorpasso interista, si sciolse rischiando di compromettere anche la qualificazione in Coppa dei Campioni, poi acciuffata all’ultima giornata col successo di Bergamo. Oggi tutto sembra diverso: il Milan è sempre primo in campionato, ma con più consapevolezze e certezze; è primo come un anno fa, ma stavolta non sembra un intruso, un imboscato al gran banchetto, un imbucato alla festa. Stavolta il Milan è lì fra gli invitati.
Fiducia
Quella parola “scudetto” oggi non è più impronunciabile e nessuno a Milanello ha paura di dirla troppo forte col rischio di svegliarsi da un bellissimo sogno. Il Milan è ambizioso, consapevole, maturo, non sembra essere inferiore alle rivali e sgomita alla pari degli altri, ha un allenatore ora esperto e cattivo, nonché un organico profondo con ricambi ed alternative all’altezza, oltre ad una fame, ad una rabbia e ad un’unione di gruppo che probabilmente non ha nessun altro in Italia al momento. Se poi questa squadra vincerà qualcosa è impossibile da dire oggi, quel che è certo è che il Milan è in testa come un anno fa, nonostante tutto sembri diverso.
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