Entra in contatto con noi

Analisi

Milan da scudetto, i pareggi non sono tutti uguali

Il Milan esce dal derby contro l’Inter con un pari che lascia i rossoneri al comando della classifica assieme al Napoli, con 7 punti in più dei rivali cittadini

Pubblicato

il

Un punto è un punto, la classifica non tiene conto di gioco e prestazioni. Le analisi, però, possono diversificare i pareggi e capire se i bicchieri siano mezzi pieni o mezzi vuoti. Il Milan esce dal derby contro l’Inter con un pari che lascia i rossoneri al comando della classifica assieme al Napoli, con 7 punti in più dei rivali cittadini e con la sensazione comune di essere di fronte ad una squadra che ha superato l’ennesimo esame di maturità. La formazione di Pioli è certamente da scudetto e i segnali parlano di un campionato da protagonista assoluta.

Episodi

Diciamoci la verità, il Milan la partita la poteva vincere (vedi forcing finale con palo di Saelemaekers), ma pure perdere perché l’Inter le occasioni le ha avute e pure clamorose. Il derby è stato bello, combattuto, fisico, agevolato anche da un arbitro (Doveri) che ha lasciato correre molto il gioco aumentando così il ritmo e la velocità. I singoli episodi hanno poi garantito la parità: Milan salvato dal rigore parato e dai due salvataggi sulla linea, Inter dal palo finale e da un altro paio di episodi negli ultimi 10 minuti che potevano condurre la compagine milanista al successo.

Fiducia

Ma il Milan esce dal doppio confronto contro Roma ed Inter con 4 punti e tante certezze in più, maggiori certamente rispetto allo scorso anno quando il primo posto sembrava un miracolo e l’impressione generale era che i rossoneri fossero ancora in una condizione di apprendistato, impressione che oggi si è trasformata nella certezza di vedere una squadra ormai pronta per lottare fino alla fine per lo scudetto, col Napoli e probabilmente con l’Inter che di scontri diretti non ne avrà ancora vinti ma che resta una formazione fortissima, esperta e matura.

Cambi

Il Milan poteva vincere, si diceva, e molti dei meriti li avrebbe avuti Stefano Pioli che ha nuovamente indovinato i cambi, sostituendo Brahim Diaz e Leao (che pure malissimo non avevano fatto) con Rebic e Saelemaekers, apparsi indiavolati e grazie ai quali i rossoneri hanno aumentato l’andatura, chiuso l’Inter in difesa e avvicinandosi al 2-1 negli ultimi 10 minuti. Anche Kalulu, subentrato all’impaurito Ballo Touré, si è ben disimpegnato, a dimostrazione che (al netto degli infortuni) l’organico milanista è ampio e profondo, condizione determinante per combattere fino a maggio per l’obiettivo tricolore.

Clicca per commentare

Devi essere loggato per postare un commento Accedi

Lascia un commento