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Analisi

Cosa può fare Pioli per perfezionare il Milan

Stefano Pioli, che da due anni siede sulla panchina milanista, sinora ha sviluppato e concretizzato un lavoro coi fiocchi che forse neppure lui credeva fosse possibile

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Nel Milan che viaggia a ritmi da record in testa alla classifica della serie A con 31 punti conquistati sui 33 disponibili (stesso percorso del Napoli e miglior partenza della storia per i rossoneri) c’è oggettivamente poco da correggere o addirittura da migliorare, anche se ovviamente qualche piccolo particolare da mettere a punto c’è per Stefano Pioli che da due anni siede sulla panchina milanista e che sinora ha sviluppato e concretizzato un lavoro coi fiocchi che forse neppure lui credeva fosse possibile quando ad ottobre del 2019 fu chiamato in sostituzione di Giampaolo.

Migliorie

Eppure, dicevamo, qualche sfumatura da perfezionare esiste, come ad esempio l’atteggiamento della squadra nei momenti critici. A Roma domenica scorsa il Milan ha dominato per 70 minuti, poi l’espulsione di Theo Hernandez ha complicato i piani dei rossoneri, la Roma in superiorità numerica ha cominciato a spingere e la squadra di Pioli si è totalmente ritratta negli ultimi 20-25 metri, rinviando ogni pallone capitasse sui piedi dei difensori senza impostare o abbozzare un minimo di contropiede, lasciando così i giallorossi liberi di avanzare e creare patemi nella retroguardia milanista.

Segnali

Non è la prima volta che ciò accade, perché anche lo scorso anno a Benevento e a Cagliari il Milan soffrì le pene dell’inferno con un atteggiamento del tutto passivo e difensivo che aveva dato coraggio e libertà agli avversari. E se è vero che sinora i rossoneri non hanno mai perso quando si sono trovati in simili condizioni, è altrettanto palese che a lungo andare questo trend rischia di penalizzare la compagine milanese. Ed è Pioli a dover modificare le cose, perché spesso tutto parte dai suoi cambi che inevitabilmente causano l’arretramento del Milan.

Uomini

A Roma, ad esempio, l’uscita di Leao (che in contropiede avrebbe potuto fare a fettine la difesa romanista) e l’ingresso di Giroud (che proprio contropiedista non è), nonché il cambio fra Bennacer e Bakayoko (piedi buoni sacrificati per più muscoli) hanno condizionato l’atteggiamento di un Milan a quel punto incapace di gestire e nascondere il pallone. Forse Leao e Brahim Diaz (tenuto in panchina per 90′) negli ultimi 15 minuti avrebbero aumentato le possibilità di far rifiatare e ripartire la squadra. Dettagli, ci mancherebbe, ma in un campionato così equilibrato l’impressione è che proprio i dettagli potranno fare la differenza.

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