Analisi
Serie A, ora il VAR diventa un caso
Nell’ultima giornata di campionato sono emersi ancora una volta dubbi e polemiche circa le direzioni arbitrali e circa alcune situazioni contestate
Nell’ultima giornata di campionato sono emersi ancora una volta dubbi e polemiche circa le direzioni arbitrali e circa alcune situazioni contestate. Strano in un’epoca così tecnologica come questa, strano soprattutto perché oggi gli arbitri possono (o potrebbero?) correggere i loro errori ascoltando il VAR, ricontrollando le azioni incriminate e scegliendo alla fine per il meglio.
Episodi
Così non è accaduto, però, né a San Siro dove durante Milan-Verona è stato assegnato agli scaligeri un calcio di rigore per fallo di Romagnoli su Kalinic che poi le immagini hanno sbugiardato, mostrando invece l’intervento irregolare del croato sul capitano rossonero, e né a Torino dove alla Roma è stato assegnato un rigore contro la Juventus anziché applicare il vantaggio e convalidare il gol di Abraham.
Supporto
In nessuno dei due casi gli arbitri (Frontera a Milano, Orsato allo Juventus Stadium) si sono avvalsi del supporto del VAR, oppure via auricolare hanno ricevuto l’ok da parte dei loro supervisori. Decisioni che, in qualsiasi modo si vogliano leggere, sono risultate errate, e allora vien da chiedersi: a cosa serve la tecnologia se viene applicata una volta sì e due no?
Polemiche
Che gli arbitri vogliano o no, il VAR è stato introdotto e indietro non si torna. Per cui, anche se considerano il loro lavoro e la loro (presunta) autorità delegittimati da chi gli parla in cuffia, si devono fare una ragione che ciò esiste e va applicato, tanto più che perseverare nell’errore genera polemiche a non finire, mentre correggere una decisione sbagliata fa comodo anche loro, sicuri a quel punto di non essere additati come responsabili di quella o questa sconfitta.
Futuro
Occorrerebbe, infine, che dai vertici politici del calcio (Uefa in primis, stati generali arbitrali in secundis) arrivasse l’input di richiamare i direttori di gara anche di fronte a episodi dubbi e non soltanto a fronte di chiari errori, come avviene invece adesso. L’arbitro si sentirebbe più libero di andare a riguardare l’azione incriminata e molto più legittimato a scegliere il giusto, anche confermando la sua decisione e non soltanto sentendosi in obbligo di correggerla. Il calcio è cambiato, che anche loro si adeguino al cambiamento.
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