Analisi
Milan-Lazio: quante conferme in casa rossonera
MILANO – E sono tre. Il Milan centra il terzo successo in altrettante partite di campionato, resta al comando della classifica e si prepara come meglio non potrebbe alla supersfida di domenica prossima in casa della Juventus, forse la squadra più in difficoltà di questo inizio di serie A, ma non per questo meno temibile. La gara contro la Lazio può far sorridere non poco Pioli e l’intero ambiente milanista, perché il successo di San Siro ha confermato pregi e qualità di una compagine in palla, sicura di sé, ambiziosa e con un gioco che mette davvero paura alle rivali.
Forza
Il Milan non sarà forse la Formula 1 di un tempo, ma col passare del tempo è diventata una squadra solida, le cui trame di gioco sono riconoscibili e in cui il ritmo è cresciuto vertiginosamente. Nel primo tempo della gara contro la Lazio, infatti, la velocità dei rossoneri è stata impressionante, al punto che, soprattutto nei primi minuti di gioco, gli uomini di Sarri hanno fatto una fatica del diavolo (è proprio il caso di dirlo) nel correr dietro agli scatenati milanisti. Altro che ragazzi terribili, il nuovo Milan è anche esperto e sicuro, migliorato clamorosamente dall’avvento in panchina di Pioli nell’ottobre del 2019.
Singoli
E che dire del rendimento dei calciatori? Di Ibrahimovic abbiamo ormai detto tutto, da aggiornare ci sono solo i numeri. Maignan è portiere sicuro e senza punti deboli apparenti, Calabria è diventato un mastino inarrestabile, cattivo negli interventi, preciso nelle chiusure, tutt’altro giocatore rispetto ad un paio d’anni fa. Anche Leao nelle ultime partite è apparso più convinto e anche più concreto, così come Rebic che con la Lazio ha sfornato pure i due assist vincenti. Anche Sandro Tonali, poi, ha acquisito sicurezza e stabilità in campo ed è partito col piede giusto in una stagione che potrebbe consacrarlo.
Obiettivi
Il Milan, insomma, non sembra aver alcuna voglia di fermarsi e, rispetto alla scorsa annata, dà l’idea di poter stare lassù con più credenziali e senza più essere una sorpresa che prima o poi finirà col ridimensionarsi. La squadra di Pioli ha rabbia, fame e convinzione, ma mentre prima l’unico con una certa mentalità era Zlatan Ibrahimovic, ora anche gli altri dimostrano di possedere temperamento e voglia di vincere, segno che quella parola scudetto si può pronunciare con voce più forte, il che non vuol dire dover vincere per forza, ma semplicemente che nel giro importante i rossoneri ci sono nuovamente e a pieno titolo.
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