Analisi
Milan-Leao: l’ora della verità
MILANO – Nel nuovo Milan che sta nascendo e che affronterà la prossima stagione con l’obiettivo di blindare uno dei primi quattro posti della serie A, ben figurare in Coppa dei Campioni (dove torna a giocare a quasi 8 anni dall’ultima volta) e fare più strada possibile in Coppa Italia, Stefano Pioli studia ogni possibilità per accrescere il livello qualitativo della sua squadra che già nella scorsa stagione è andata al di là di ogni più rosea aspettativa. Per riuscirci, però, il tecnico rossonero dovrà avere a disposizione tutti i singoli al massimo delle proprie possibilità.
Incognita
Le perplessità maggiori riguardano ancora una volta Rafael Leao, giunto ormai alla sua terza stagione milanista e chiamato finalmente a rendere per quanto è stato pagato (oltre 35 milioni di euro) e per un talento naturale che nessuno gli disconosce ma che sinora ha mostrato solo a tratti. Il portoghese, infatti, continua a centellinare le sue prodezze in campo e nelle amichevoli sin qui disputate dal Milan non ha mostrato particolari progressi, né quando è stato schierato come centravanti (ruolo che non sa e non vuole ricoprire), ma neanche quando Pioli lo ha posizionato largo a sinistra come più gli piace.
Svolta
La dirigenza rossonera, nonostante inizialmente fosse tentata dalla possibile cessione della punta lusitana, ha deciso di lasciare inalterata la fiducia nei suoi confronti, ma questo dovrà essere l’anno della definitiva maturazione ed esplosione del calciatore. Leao, del resto, dovrà dimostrare maggior continuità, diventare più decisivo in zona gol (il suo massimo bottino di 6 reti stagionali non andrebbe rimpolpato) e trasformarsi in uno dei punti di forza della squadra. Se così non sarà, a giugno 2022 Maldini e Massara potrebbero chiudergli definitivamente le porte di Milanello in faccia.
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