Analisi
Milan-Donnarumma: hanno perso tutti
MILANO – Il Milan saluta Gianluigi Donnarumma e forse lo fa nel modo peggiore, ovvero con un mancato rinnovo di contratto, un addio a parametro zero, le richieste mostruose di Mino Raiola ed un silenzio che fa un rumore assordante. Il popolo rossonero è già insorto e, dai social ai bar, tantissimi tifosi stanno tirando fuori astio e rancore nei confronti del portiere e del suo procuratore, rei di aver messo il vil danaro davanti ai sentimenti e alla riconoscenza verso il club che aveva cresciuto, svezzato e fatto crescere quello che già oggi è uno degli estremi difensori migliori del mondo.
Chi vince?
Ma da questa vicenda escono tutti male: Donnarumma e Raiola perché avevano promesso al Milan che mai sarebbero andati via a parametro zero, salvo poi rifiutare la proposta milanista di 8 milioni a stagione, con l’agente a chiedere somme inumane fra stipendio e commissioni, ed il calciatore chiuso in un mutismo che non gli ha fatto certo guadagnare punti coi tifosi. Ma anche il Milan ha commesso i suoi errori, col peccato originale di essere arrivato alla scadenza del contratto di Donnarumma senza averlo rinnovato e senza neanche aver ceduto il portiere quando era ancora in tempo.
Troppi errori
I rossoneri finiscono così senza ricavare neanche un euro da un patrimonio economico e sportivo del club, perché da uno come Donnarumma (classe 1999) si potevano ricavare dai 70 ai 100 milioni di euro se fosse stato venduto con un contratto ancora in essere. Infine, i tifosi: comprensibile la delusione ed anche un pizzico di fastidio, legato soprattutto al già citato silenzio dell’estremo difensore campano, ma ritenere oggi Donnarumma un portiere mediocre o, nella migliore delle ipotesi, appena nella media, appare un infantile gioco della volpe che non riuscendo ad arrivare all’uva dice che è acerba.
Futuro
Il valore di Donnarumma è in realtà inestimabile, il ventiduenne di Castellammare di Stabia è il portiere della Nazionale, ha qualità e talento impressionanti, nonché un carattere che negli ultimi mesi gli ha permesso di diventare uno dei leader dello spogliatoio rossonero. Ora spazio a Maignan, più grande e probabilmente meno talentuoso del suo predecessore, pur avendo disputato un’ottima stagione a difesa dei pali del Lille campione di Francia. Che il portiere transalpino, però, non diventi ora lo strumento di lite fra chi lo utilizzerà come rimpianto di Donnarumma e chi vorrà invece dimostrare che, in fondo, dell’ormai ex rossonero si poteva anche fare a meno, grosso modo a cuor leggero.
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