Analisi
Il compito di Pioli nella settimana più lunga
MILANO – Dentro o fuori. Non ci sono alternative per il Milan che domenica si giocherà l’intera stagione in casa dell’Atalanta, con un epilogo che toccherà i due estremi, dato che i rossoneri, a meno di soluzioni abbastanza complicate e cervellotiche, nonché poco probabili, termineranno il campionato o al secondo o al quinto posto della classifica, a seconda del risultato che otterranno a Bergamo contro quello stesso avversario che è l’unico imbattuto con la compagine milanista da un anno e mezzo a questa parte. Ma, si diceva, non esistono alternative ed il Milan è chiamato all’ultimo, decisivo sforzo.
Attesa
I giorni che separano i rossoneri dalla trasferta bergamasca sono lunghi e ricchi di passione, intesa sia come affetto che come travaglio, perché l’occasione fallita domenica sera contro il Cagliari brucia ancora e rischia di trasformarsi nel più grande dei rimpianti. Stefano Pioli dovrà dunque traghettare il suo gruppo verso l’ultima isola, motivandolo e tranquillizzandolo allo stesso tempo, perché proprio la gara contro i sardi ha mostrato quanto il Milan sia ancora fragile dal punto di vista emotivo, quanto ancora soffra nel momento in cui c’è da raccogliere i frutti seminati nel tempo.
Avversari
Il lavoro del tecnico sarà dunque fondamentale perché quando manca una giornata al termine del campionato la tattica e la tecnica contano fino ad un certo punto, così come lo stato fisico-atletico che a fine maggio è quello che è. Molto dipenderà, ovviamente, anche da come arriverà alla partita l’Atalanta che sarà reduce dalla finale di Coppa Italia che mercoledì sera giocherà contro la Juventus e che determinerà la condizione dei nerazzurri che potrebbero essere stanchi, delusi, arrabbiati o magari totalmente appagati, il tutto logicamente sarà condizionato dal risultato della finale.
Strategia
A prescindere da questo, però, Pioli non può aspettarsi un’Atalanta arrendevole e in grado di consegnarsi al Milan, anche perché la forza della compagine di Gasperini è proprio quella di non adattarsi al tipo di partita, ma giocare sempre con lo stesso spirito. I rossoneri hanno comunque dimostrato di avere sempre la risorsa giusta quando il loro funerale è già ad un passo dalla celebrazione, meritano la qualificazione in Coppa dei Campioni ma sono chiamati a ripetere quanto mostrato allo Juventus Stadium: se così sarà, il Milan tornerà fra le grandi, perché avrà dimostrato quella maturità che domenica sera è incredibilmente mancata.
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