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Analisi

Tutte le qualità del Milan di Manchester

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MILANO – Il Milan torna da Manchester con un pareggio certamente importante in ottica qualificazione, ma che soprattutto rinsalda diverse consapevolezze di una squadra che continua a stupire e che ogni qual volta viene dichiarata morta risorge e sembra tornare in ottima salute. Il giorno del sorteggio in molti hanno sorriso di fronte all’abbinamento dei rossoneri col Manchester United, come a dire “che ci andate a fare in Inghilterra“; niente di più falso, perché il Milan all’Old Trafford ha sfoderato una delle migliori prestazioni dell’anno, la più gagliarda del 2021 assieme a quella di Roma.

Forza

I rossoneri hanno dominato in lungo e in largo contro un Manchester United incapace di controbattere alle offensive milaniste, nonostante Pioli dovesse fare i conti con le solite numerosissime assenze (Bennacer, Calhanoglu, Ibrahimovic, Mandzukic, Rebic e Theo Hernandez) che però in campo non si sono sentite perché la squadra milanese è apparsa sin da subito in palla, concentrata, aggressiva, in grado di spaventare l’avversario, messo alle corde dalla velocità di Leao, dall’ordine tattico di Saelemaekers e Krunic, nonché da un centrocampo solido con Meité e Kessie impenetrabili.

Fiducia

L’unica disattenzione è costata il vantaggio degli inglesi, ma il Milan è sembrato non subire neanche il minimo contraccolpo psicologico, ha barcollato per 3-4 minuti e poi si è rimesso ad attaccare a testa bassa fino all’incornata di Kjaer che nel recupero ha regalato a Pioli un 1-1 sacrosanto ed utilissimo in vista del ritorno quando, forse, il tecnico avrà recuperato qualche pedina in mezzo al campo. Perché, se proprio si vuol trovare una pecca alla prestazione milanista, è quella di aver finalizzato pochissimo per quanto creato: regalare al Manchester United Ibrahimovic, Mandzukic e Rebic è stato effettivamente troppo. Ma il Milan, per buona pace di tutti, c’è e non molla niente.

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