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Analisi

Il Milan e un problema chiamato Leao

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MILANO – Rafael Leao continua ad essere un enigma per il Milan, nonostante i miglioramenti evidenziati fra la fine dello scorso campionato e l’inizio di quello attuale. L’attaccante portoghese, infatti, sembra essere ripiombato in quel tunnel di indolenza e pigrizia che ne aveva caratterizzato i primi mesi in Italia, quando a fronte di diverse giustificazioni (dalla giovane età alla poca conoscenza della serie A, passando per il bislacco gioco del Milan prodotto da Giampaolo) pareva non valere neanche un terzo dei quasi 40 milioni sborsati dal club rossonero per strapparlo al Lille.

Regressione

Eppure, con l’arrivo di Pioli e il ritorno di Zlatan Ibrahimovic, Leao aveva acquisito progressivamente una discreta maturità, sembrava impegnarsi di più in campo ed aveva persino imparato a fare gol, nonostante mancasse di quell’istinto classico che hanno i goleador. Ma dopo la splendida rete siglata a Benevento lo scorso 3 gennaio, la punta lusitana è pericolosamente calata nelle prestazioni, tornando ad essere il giocatore svogliato e indolente di un anno e mezzo fa. In campo ciondola, è poco attento, per nulla aggressivo e in zona gol non riesce a fare neanche il solletico alle difese avversarie.

Utilità

Nelle ultime partite, Leao è sembrato essere più un peso che una risorsa per Pioli: a Belgrado contro la Stella Rossa ha più volte rilanciato il contropiede dei serbi perdendo banalmente palla in zona d’attacco, contro l’Inter (al contrario della gara di andata quando aveva tagliato a fette la difesa nerazzurra) non ha strusciato palla neanche per sbaglio, a Roma è scivolato di continuo e contro l’Udinese si è segnalato più per palloni inseguiti e non raggiunti che per effettiva pericolosità nell’area friulana.

Futuro

Considerata l’assenza di Ibrahimovic e Mandzukic e le caratteristiche di Rebic, il portoghese sarà ancora titolare nelle prossime partite, sobbarcandosi l’intero attacco milanista sulle sue spalle insicure, ma è evidente che Pioli debba tornare a toccare i tasti giusti per rimotivare un calciatore che sembrava essere uscito dal tunnel della pigrizia per trasformare in concretezza le sue innate qualità e che invece è pericolosamente ripiombato in un’apatia che non sta aiutando né lui e né tantomeno un Milan che, in modo analogo al suo attaccante, è tornato agnellino dopo l’avvio da leone predatore.

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