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Milan avanti, ma c’è poco da festeggiare: due rossoneri molto bene

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DONNARUMMA – Festeggia in campo il suo 22° compleanno. Si inchina a raccogliere in fondo al sacco il pallone del primo gol, ma reagisce come una tigre ferita al 68’, salvando con un autentico miracolo il Milan da una delle eliminazioni più assurde dell’ultracentenaria storia rossonera. Come regalo non c’è la tanto agognata firma sul rinnovo di contratto, ma almeno una sofferta qualificazione arriva. 7,5 

CALABRIA – Innescato sapientemente da Calhanoglu mette un pallone invitante al centro per il pariruolo di fascia mancina, ma Dalot scalpella la bella giocata rossonera con una conclusione inguardabile. Ivanic lo umilia nella ripresa con un tunnel, e per fortuna che poi la sua conclusione è deviata in angolo, altrimenti sarebbero stati guai seri per il Milan. Tocca a Calabria il compito più delicato di giornata, frenare l’impeto del 4 serbo, e non sempre ci riesce. Stanco e poco preciso nei diversi passaggi, Pioli lo fa rifiatare al 65’. 5,5 

TOMORI – Un ottimo anticipo, la specialità della casa, su Falcinelli al 10’. Replica dopo un paio di minuti, sempre sul centravanti umbro. Nel complesso un’ottima prestazione, condita da tante piccole cose, tutte fatte bene. La ragione per cui tanti tifosi del Milan lo vorrebbero titolare sempre, non solo in Europa. 7

ROMAGNOLI – È indubbiamente un periodaccio: Romagnoli è attualmente una sorta di Re Mida al contrario. Ogni palla che passa dalle sue parti si trasforma in un gol degli avversari. Succede anche con la Stella Rossa, al 24’ si ritrova solo davanti a Ben che lo castiga impietosamente. Per il resto, partita senza infamia e senza lode. Ma il guaio ormai è fatto e l’insofferenza monta. 5

DALOT – Non è accanimento, ma risulta davvero difficile capire il perchè Pioli continui ad affidarsi al portoghese. E quando i compagni provano ad offrigli l’opportunità per redimersi, tipo quella al 37’, lui la sciupa malamente con un tiraccio praticamente a porta sguarnita. Nella ripresa Pioli gli cambia pure fascia, ma il risultato resta lo stesso: scadente. 4,5 

KESSIÈ – Dopo 7 minuti ricorda a tutti, Pioli e Ibrahimovic inclusi, che il rigorista del Milan è e deve essere solo lui. Gioca una partita ad alta intensità fisica ed emotiva e continua a rappresentare la boa di centrocampo a cui tanti suoi compagni finiscono per aggrapparsi nei momenti del bisogno. 6,5

MEITÈ – Il fisico c’è, su quello non si discute, ma ancora non è ben chiaro quale potrebbe e dovrebbe essere il suo apporto alla causa. 5 

CASTILLEJO – Dello spagnolo si ricorda solo un calcione terrificante ricevuto nella ripresa che avrebbe potuto spezzargli una gamba. Samu invece si rialza come fosse Gommaflex. Si fatica a trovare un senso alla sua prestazione. 5

KRUNIC – Una buona giocata sulla destra del bosniaco provoca un quasi autogol al 5’. Ed è anche fortunato dopo appena un minuto: scaglia un tiraccio di destro che sarebbe arrivato al terzo anello, ma un’improvvida deviazione di mano un difensore serbo regala il rigore al Milan. Al quarto d’ora una sua grave incertezza difensiva consente a Ben di prenderlo alle spalle e concludere pericolosamente in porta. Per fortuna senza successo. Gira parecchio a vuoto in cerca di una posizione in campo e alla fine del primo tempo Pioli lo lascia negli spogliatoi. 5,5

CALHANOGLU – In mancanza di un centrocampista portato all’impostazione (Bennacer o Tonali) è Hakan che si abbassa per cercare di impostare. Così finisce per arrivare praticamente esausto nei pressi dell’aria di rigore avversaria. Quando poi però si illumina, arriva la giocata per Calabria da cui nasce la più bella azione del Milan. È uno di quelli a cui Pioli chiede il sacrificio degli interi 90 minuti e il turco paga dazio nel finale. 5,5 

LEAO – Tenta un’iniziativa solitaria al 12’, un po’ pretenziosa, e infatti viene respinta agilmente dalla difesa serba. Primo tempo insufficiente e dopo l’intervallo lascia spazio a Ibra. 5

IBRAHIMOVIC – Sembra incredibile, ma Pioli deve ricorrere a Ibra per passare il turno contro i modesti boscaioli dello Stella Rossa. Lo svedese si rende subito protagonista, prima sporca i guanti di Borjan, poi offre un assist favoloso per Rebic che ha la sfacciataggine di rovinare tutto lisciando il pallone. Pigro al 74’ quando per non fare il passetto giusto all’indietro si fa cogliere in leggerissimo offside, rendendo inutile il gol di Saelemaekers. 6 

REBIC – È l’altro giocatore a cui l’allenatore rossonero ricorre per chiudere il discorso qualificazione, ma il croato riesce a divorarsi un gol fatto al 53’. Subito dopo, il colpo di tacco nella propria metà campo, con il rischio di regalare una ripartenza devastante alla Stella Rossa, sarebbe da fustigazione immediata sulla pubblica piazza. È proprio la giornata dei tacchi per Ante, al minuto 80 ne fa un altro in area per Ibra, ma sbaglia anche quello. Ancora un gol sbagliato in pieno recupero che poteva chiudere in anticipo il match e per concludere il terzo tacco, sbagliato, a pochi secondi dalla fine. Partita sconfortante, non ne azzecca una che è una. 4

SAELEMAEKERS – Segna un bel gol al 74’, ma per un fuorigioco millimetrico di Ibra, viene annullato. Gioca tanti palloni, ma nessuno decisivo. E Zlatan in qualche occasione non manca di farglielo notare. 5,5

HERNANDEZ – Si fa notare per una sgroppata e poco altro. s.v.

PIOLI – Le scelte di formazione iniziale di mister Pioli non sono esattamente rassicuranti: la conferma di Romagnoli al suo posto, l’insistenza su Dalot, Meitè e Krunic in combinata, ma soprattutto la decisione di utilizzare Calhanoglu esterno alto a sinistra, sembrano stridere con l’esigenza impellente del Milan di trovare gol, qualificazione e fiducia dopo le ultime settimane horror. E infatti, dopo un primo tempo inguardabile, chiuso in parità solo per due improvvidi falli di mano dei serbi, Pioli butta dentro i titolari. Cambia poco, perchè è vero che nella ripresa la squadra rossonera crea qualche opportunità in più, ma ancora una volta in superiorità numerica rischia di prendere il gol beffa e tornare a casa. Per la tanto attesa partita della svolta c’è ancora da aspettare, ma una cosa è certa, giocando così non si va molto lontano, nè in Europa League nè in campionato. 5

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