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Analisi

I tre motivi per cui il Milan è diventato grande

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MILANO – Dentro un’altra. Il Milan sbanca pure Bologna e se ne torna a casa con tre punti nello zaino e la testa della classifica mantenuta per almeno un’altra settimana, alla faccia di chi era già pronto a celebrare il funerale della squadra di Pioli dopo le due sconfitte consecutive contro l’Atalanta in campionato e contro l’Inter in Coppa Italia. E invece i rossoneri hanno zittito scettici, gufi e lagnosi vari con la nona vittoria su dieci trasferte affrontate in serie A e la cifra record di 46 punti in 20 giornate, a certificare un andamento straordinario con appena un paio di passi falsi, peraltro del tutto fisiologici.

Peculiarità

Un Milan che ormai è definitivamente in corsa per lo scudetto senza essere più una sorpresa, dimostrando anche di aver assunto totalmente i connotati della grande squadra. E questo è certificato innanzitutto dalla capacità della compagine di Pioli di ribattere colpo su colpo dopo ogni caduta: all’1-3 subìto per mano della Juventus all’Epifania, infatti, i rossoneri hanno fatto seguire l’autoritario successo contro il Torino e ai due ko con Atalanta ed Inter hanno risposto con la vittoria di Bologna, magari un po’ sofferta, ma fondamentale nella prosecuzione del cammino verso il titolo.

Forza

L’atteggiamento dei rossoneri, inoltre, è ormai quello della grande: il Milan scende in campo per vincere, se ne infischia di subire qualche azione pericolosa, sa che prima o poi il gol arriverà e tesse la sua tela senza particolari ansie. E poi sa soffrire, riconosce i momenti della partita, quando a Bologna è arrivata la rete dell’1-2 e sono iniziate le peripezie difensive, la formazione milanista ha fato cerchio attorno a Donnarumma e ha retto l’urto di una possibile rimonta. La mentalità l’avrà certamente inculcata Ibrahimovic, ma il Milan è ormai un gruppo solido e maturo, capace di agire e reagire esattamente come la grande squadra che era e che per una decina d’anni ha smesso di essere.

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