Analisi
Quel 5-0 maledetto che ora il Milan benedice
MILANO – Il Natale che si appresta a vivere la squadra e la tifoseria milanista è dolce, così tanto da non sembrare quasi vero, perché il primo posto in solitaria con zero sconfitte da marzo ad oggi (26 partite consecutive) vuol dire il ritorno ad un passato che i rossoneri non vivevano da troppo tempo. Eppure, andando a riavvolgere il nastro di un anno esatto, ecco riaffiorare una situazione diametralmente opposta: il 22 dicembre 2019 il Milan veniva seppellito da 5 reti incassate a Bergamo che sembravano il colpo di grazia al progetto targato Elliott-Gazidis-Maldini e, soprattutto a Stefano Pioli, ridotto ormai ad un morto che camminava in attesa dello sbarco di Rangnick in estate.
Rivoluzione
E invece sappiamo tutti com’è andata, i rossoneri oggi sono la capolista della serie A, hanno furore, organizzazione, autostima ed un cuore enorme che permette loro di vincere anche le partite più complicate. E la svolta è arrivata proprio dopo quel 5-0 umiliante contro l’Atalanta: da quel giorno gli stati generali del Milan si sono accorti del disastro, hanno messo da parte linea verde e progetti utopistici ed hanno riportato a Milanello Zlatan Ibrahimovic, l’uomo che ha legato proprietà, dirigenza, allenatore e compagni di squadra, tutti improvvisamente trasformati, uniti, incattiviti, pronti a tramutare le umiliazioni in vittorie, la pietà in invidia, le prese per i fondelli in frustrazione (altrui).
Obiettivi
Ed ora il Milan che fa? Resta in testa alla classifica, si gode Natale e Capodanno da primatista del campionato con 10 lunghezze di vantaggio sulla Juventus, 79 punti in tutto il 2020, l’imbattibilità nei principali tornei d’Europa ed un carattere impressionante che ora non può passare inosservato. La vittoria contro la Lazio, giunta al termine di una gara durissima, per larghi tratti condotta dai biancocelesti e con un Milan rabberciato e senza centrocampo, è un segnale da non sottovalutare, che non pone i rossoneri come favoriti per lo scudetto, ma ne innalza esponenzialmente le quote. E forse oggi quella scoppola avvilente e mortificante di un anno fa sembra diventata la più incredibile delle vittorie.
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