Analisi
Il Milan non muore mai, ma Pioli inizia a preoccuparsi
MILANO – Ancora imbattuto e, soprattutto, ancora capolista della serie A. Il Milan se ne torna da Genova guardando un bicchiere colmo a metà e provando a consolarsi con la parte piena, al termine di una partita dura dal punto di vista fisico, al cospetto di un Genoa quasi disperato e pronto a farsi coraggio nonostante il divario di punti in classifica, ma soprattutto in una gara che Pioli ha dovuto affrontare con una formazione rabberciata e completamente stravolta rispetto all’undici titolare di inizio stagione. Il Genoa ha lottato forse oltre le sue forze, ma il Milan ha tenuto botta, costruendo l’ennesima rimonta di un campionato che lo vede ancora guardare tutti dall’alto.
Note positive
E proprio quello delle rimonte è uno dei dati migliori della trasferta genovese: i rossoneri non mollano mai, non li stende neanche il knock-out più pesante e neanche nelle occasioni più intricate. Il Milan era raffazzonato, presentava ancora l’esordiente Kalulu in difesa dove proprio in extremis è venuto a mancare pure Theo Hernandez, senza contare i forfait già annunciati di Kjaer, Bennacer e Ibrahimovic; eppure la squadra di Pioli ha cercato la vittoria fino alla fine dopo essere andata sotto due volte, segno che ci sarà pure stanchezza e qualche assenza di troppo, ma questo Milan ha un carattere eccezionale ed una voglia di vincere che hanno solo le compagini di altissimo livello.
Note negative
Eppure, qualcosa inizia a scricchiolare nello scacchiere milanista: qualche elemento che ha tirato la carretta finora (Kessie e Saelemaekers, ad esempio) inizia a boccheggiare e l’assenza di ricambi all’altezza (soprattutto per l’ivoriano) costringe però il tecnico a far stringere i denti a tutti. Inoltre, i gol subìti cominciano a preoccupare (5 nelle ultime 3 partite, più i 2 col Celtic in coppa), così come l’anemia degli attaccanti: senza Ibrahimovic, infatti, a togliere le castagne dal fuoco al Milan sono i stati i difensori, da Romagnoli contro la Fiorentina a Theo Hernandez col Parma, fino al duo Calabria-Kalulu con il Genoa. Rebic non ha i movimenti da centravanti, Leao e Brahim Diaz sono troppo fumosi e Hauge si accende a sprazzi.
Sforzi
Il fantastico 2020 del Milan si chiuderà con la trasferta di Reggio Emilia con il Sassuolo e la sfida di San Siro alla Lazio del 23 dicembre, poi i rossoneri potranno tirare il fiato e la dirigenza concentrarsi sul calciomercato e su quei ritocchi che garantirebbero a Pioli quelle frecce in più al proprio arco per sognare ancora quell’alta classifica che la sua squadra si è conquistata con merito e sacrificio. Serve, dunque, lo sforzo di tutti: dell’allenatore per non sbagliare scelte, dei calciatori per lottare ancora in campo, della dirigenza per potenziare la rosa, dopodiché sia quel che sia e senza alcun rimpianto. E l’ennesima rimonta agguantata dimostra come il Milan non avrà magari sette vite come i gatti, ma quasi.
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